Aversa. Polemiche servizio mensa, Caterino: “Aperto a dialogo solo con soggetti che operano per bene comunale”

L’assessore all’istruzione del comune di Aversa, Emilio Caterino, in una nota stampa, ha voluto rispondere ai comunicati apparsi ultimamente sui giornali e sui social in relazione al servizio mensa, chiarendo alcuni punti al centro del dibattito pubblico.
“Alla luce di alcune notizie apparse sugli organi d’informazione ritengo doveroso, in qualità di assessore al ramo, fare un intervento sull’argomento affinché possa essere fornita ai più la conoscenza giusta dei fatti – dice Emilio Caterino -. Continuo a leggere comunicati e a ricevere richieste da un’associazione, della quale non ho riferimenti circa un eventuale riconoscimento giuridico, anche del solo codice fiscale, dell’eventuale iscrizione ad albi e/o registri, che evidenzia nei propri scritti pressapochismo, citando considerazioni tecniche senza indicarne le fonti. Mi sbaglierò – critica l’aversano -, ma credo essa rappresenti una sparuta comitiva di genitori che si erge a conoscitore della chimica, della biologia, del diritto amministrativo, che, invece, con i suoi interventi, dimostra quale unico scopo quello di screditare l’Amministrazione. Per il sottoscritto, invece, l’unico intento è quello di garantire la salute dei bambini e, dunque, un regolare svolgimento del servizio di refezione. È opportuno precisare che il capitolato della gara in questione è stato adottato dal Dirigente pro-tempore dell’epoca nel rispetto della legalità amministrativa. Inoltre, in base agli atti d’ufficio, ben tre operatori economici che hanno preso parte alla gara per l’aggiudicazione del servizio di refezione, hanno ottenuto il massimo punteggio per la vicinanza dei centri di cottura ai plessi scolastici. Ciò significa che la distanza non è stato l’unico fattore a determinare il soggetto aggiudicatario della gara. Passando all’operatività odierna mi preme rappresentare che, in merito alla scelta di non utilizzare stoviglie monouso per il servizio de quo, si precisa l’esistenza di molte controindicazioni che ne sconsigliano l’uso, come, ad esempio, la possibilità che possano rompersi ed essere ingerite durante i pasti. In passato, durante le commissioni mensa, era stata proprio questa una reiterata richiesta dei membri, ovvero l’eliminazione del monouso. Anche durante la prima commissione congiunta delle costituite commissioni mensa svoltasi nel mese di dicembre u.s., venne fuori, da parte dei più, la soddisfazione per l’eliminazione dei pericoli che il monouso poteva determinare. Inoltre, l’utilizzo di stoviglie in melammina, è assolutamente conforme alla normative igieniche. A tal proposito si precisa che questa Amministrazione ha provveduto ad acquisire apposito parere tecnico-scientifico da parte di un illustre professionista, che ha dettato anche le giuste precauzioni per l’uso corretto. L’individuazione del professionista è stata effettuata attraverso la procedura dell’avviso pubblico sempre al fine di garantire la massima trasparenza. In merito al controllo tecnico-scientifico del servizio di refezione si precisa che lo stesso viene esercitato dall’ASL competente per territorio e da un laboratorio esterno individuato tramite apposita procedura pubblica. L’Amministrazione Comunale – spiega -, in passato, ha inteso coniugare nella figura di un DEC, scelto tra biologi e/o chimici, sia il predetto controllo che quello amministrativo tecnico-contabile, ma ciò è avvenuto ipotizzando un risparmio di spesa che alla prova dei fatti non si è verificato. Difatti, agli atti risultano addebitati costi sia per l’attività svolta dal DEC sia per le analisi di laboratorio, attività per le quali si è chiesto lumi al dirigente dell’epoca. Questa amministrazione ha inteso correttamente individuare a mezzo di procedura ad evidenza pubblica il laboratorio a cui assegnare, in aggiunta all’ASL, il compito di ulteriore verifica biologica realizzando un comportamento più trasparente nonché un risparmio di spesa rispetto alla precedente procedura. Ad oggi ho contezza di un numero limitato di bambini che hanno deciso di abbandonare la refezione scolastica che rappresenta una percentuale assolutamente fisiologica (non arriva all’un percento) e che, peraltro, è concentrata presso un solo plesso scolastico. Di contro, ho ricevuto diverse manifestazioni di gradimento per il servizio di refezione da tutti gli altri circoli aversani, sia da dirigenti, che da genitori e docenti. Ricordo che i pasti somministrati giornalmente sono mediamente 1450, mentre i rinunciatari sarebbero una decina di bambini. Non è assolutamente vero che questa amministrazione non consente la verifica del proprio operato, anzi, la condivisione, la partecipazione, l’istituzione di tutti gli organi di controllo, le riunioni tenutesi e i riscontri sempre forniti dicono esattamente il contrario. Tuttavia un’amministrazione pubblica si muove nel rispetto della norma anche riguardo l’accesso agli atti, che è disciplinato ex lege e non può essere consentito in modo indiscriminato, specie se a farne richiesta è un soggetto giuridico non ben identificato. Ribadisco  – conclude – di essere sempre pronto al dialogo, ma solo con soggetti che operano per il bene della comunità e che non mirano a creare inutili allarmismi”.
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Redazione

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