E dopo la Pasqua, viene la “pasquetta”

Ed è passata pure la Pasqua! Pochi giorni che vanno dal venerdì al lunedì dell’Angelo, pochi penserete. Eppure, in questi tre giorni mamma do Carmine che c’è simme ferate e cumbinà?! La Pasqua per molti di noi è soprattutto stare riuniti con le famiglie e vivere la resurrezione del Cristo, la condivisione di molti momenti religiosi è l’aspetto più importante. Sì ma na vote che Cristo è risorto che succere? Succere che dobbiamo raggiungere l’apice il lunedì, a pasquetta, già la pasquetta, un giorno solo, mica due settimane, in un solo giorno vulimme fa quello che solitamente si fa in una settimana. Innanzitutto la tradizione della gita fuori porta, alcuni preferiscono stare vicino a pochi chilometri e quando dico pochi intendo non meno di 200 km! La stragrande maggioranza no, loro si devono allontanare, rigorosamente in auto, a non meno di trecento, quattrocento Km, devono andare lontano, ma Imitane assai. Pensiero comune questo che appartiene a migliaia di persone, difatti si organizzano tutti alla stessa ora: alle 5 del mattino e, in simbiosi perfetta, si sono pure cronometrati, usando i social, dandosi l’appuntamento per la partenza stessa ora e stessa destinazione che, a verità, è ignota, baste che partimme! Dunque, si mettono nelle proprie auto e via ma addò vanne? Ecco, questo è un grande mistero, loro partono per andare e non sanno se arriveranno, e a che ora arriveranno. Precisiamo, non per cause negative dovute a incidenti o altro, ma semplicemente perché sulle strade, autostrade, stradine di campagna, strade private, e pure nel giardino di casa vostra, si riversano centinaia di migliaia di autovetture, un lunghissimo corteo variopinto e gioioso.

La gioia però dura poco, trascorse le prime quattro ore nel traffico sotto al sole cocente, tutti quelli che cantavano in auto iniziano a sbroccare: “Ma chi m’hà fatte fa? Io lo sapevo che dovevo starmene a casa, ma tutti ora devono uscire?”. E queste, sono le lamentele “standard” iniziali dei guidatori, poi al loro fianco le mogli che pur di uscire non hanno voluto sapere nulla, anche loro iniziano a trovare una scusa “tecnica”. Rivolgendosi ai malcapitati mariti dicono: “Però se giravi a destra, forse si faceva prima, ma forse dovevamo partire alle tre anziché delle cinque del mattino, ma forse se tu mi ascoltavi invece di andare verso Roma per poi prendere la direzione di Rimini, dovevamo andare verso Napoli e scendere giù fino a Reggio Calabria”.

Quattro ore e ancora non sono giunti a destinazione, auto ferme, persone che scendono dalle autovetture, aprono i cofani dell’auto e tirano fuori turtanielle, pastiere, mote e maccarone, mulegnane sott’olio, peperoni, insalata, agnello, patate, e ogni ben di Dio, nientidimeno qualcuno pure la suocera teneva in auto e pure esse steve sott’olio. Sono le tredici… s’addà magnà! Altri invece, giunti alle location desiderate, corrono come bufali impazziti nel bosco per occupare i tavoli di legno per iniziare i picnic. Certo i picnic! Ma non è così, alcuni si sono talmente organizzati, che l’Esercito italiano gli fa un baffo: cucine da campo, barbecue con doppia bombola del gas a pietra lavica, addirittura con i specchietti retrovisori, giusto per spiare il vicino di barbecue pe verè si isse cucinava più roba di te, e poi i pentoloni e caccavalle, per cucinare ogni tipo di pietanza, frigoriferi, e lavastoviglie.

“A nuie, è cose c’è piace de fa organizzati bene. Me so puliate pure a signore de pulizie che dopo addà lavà o pavimento”. Il bosco sembra un accampamento di quelli, che vediamo nei film western, so arrivati i coloni con le loro carrozze, carovane lunghissime che hanno occupato tutti i terreni, alcuni ci hanno messo sopra pure lo stemma araldico della loro famiglia, altri la bandiera del Napoli e altri ancora quella della Juve. In questo caso, dopo mangiato fa d’uopo affrontare i rivali in singolar tenzone, e si organizza la classica partitella “Napoli contro Juve”. E che vò diche a fa? Li vedi azzuffarsi, correre appresso al pallone come forsennati, gente che non va in palestra da una vita, con delle panze a mongolfiera vonne fa è sportive. Il campo di calcio diviene una latrina, tutti a vomitare, altri invece cu na scusa dicono “Senti esco un attimo”. Sono andati in auto a fare l’aerosol! E se ogni anno succede questo ci domandiamo: pecchè facimme sempe a stessa cosa? La risposta eccola “Ma tu siente a chieste che dice, a nuie cè piace e ce fa male, altrimenti che pasquetta è?”.

Donato Liotto

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