Sicurezza negli uffici giudiziari, AIGA: “Intensificare controlli”

Crimini violenti consumati da comuni cittadini all’interno dei Palazzi di Giustizia – come quello che tre anni fa vide cadere il nostro Collega Lorenzo Alberto Claris Appiani insieme al Giudice Dott. Ferdinando Ciampi e al Sig. Giorgio Erba, oppure la recente aggressione al Giudice Dott.ssa Francesca Altrui all’interno del Tribunale di Perugia – non rappresentano episodi isolati, ma costituiscono un campanello di allarme sulla sicurezza dei nostri uffici giudiziari e sulla disarmante facilità di accesso alle strutture.

Gli uffici giudiziari, gli avvocati e i magistrati, stanno diventando gli obiettivi privilegiati di quei cittadini che, avendo a che fare loro malgrado con la giustizia, reagiscono con gesti violenti sfociati nei citati atti di cronaca.

Un paese che non è in condizioni di proteggere quei luoghi dove la giustizia è amministrata è un paese vulnerabile, fragile, facilmente soggetto alle aggressioni di chi, spesso, non ha oramai più nulla da perdere.

Nel corso degli ultimi anni, le modalità di accesso agli uffici sono diventate sempre più rigorose e numerosi palazzi di giustizia si sono dotati, oltre che di personale di vigilanza armata, anche di metal detector; tuttavia, pur apprezzando quanto realizzato finora, AIGA ritiene necessari ulteriori passi avanti sul tema della sicurezza negli uffici giudiziari, estendendo il ricorso ai metal detector alle sedi di Corte d’Appello, ai Tribunali dei Minorenni, ai Giudici di Pace, intensificando i controlli anche a campione all’interno degli uffici, sensibilizzando tutti i protagonisti della realtà giudiziaria.

Il Presidente AIGA, Avv. Alberto Vermiglio, afferma che “occorre impedire che nei Tribunali la “giustizia” venga esercitata con violenza introducendo armi da taglio o da sparo, violando la sicurezza di quei luoghi dove la maggior parte delle decisioni, siano esse civili o penali, vengono spesso assunte con un travaglio interiore del Giudice, e un coinvolgimento non solo professionale, ma molto spesso emotivo dei colleghi che assistono gli imputati, i debitori, quelli che, a un certo punto della loro vita, si sentono sconfitti e nella disperazione vogliono ciecamente sconfiggere gli altri. Comprendiamo bene che, soprattutto nei grossi uffici giudiziari, un controllo approfondito comporta un ostacolo fisico all’accesso, ma è un sacrificio al quale dobbiamo soggiacere per garantire la nostra incolumità e la serenità del lavoro quotidiano. Paradossalmente assistiamo, invece, a difficoltà di accesso agli uffici da parte dei soggetti portatori di handicap. Spesso coesistono barriere architettoniche che, per la complessità architettonica di alcuni uffici, è difficile rimuovere completamente”.

Redazione

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