1° Maggio, Sinlai: “Festa dei Lavoratori? Si, quelli extracomunitari!”
“È appena trascorso il 1° Maggio e, come di consueto, i tre principali sindacati, CGIL CISL E UIL, hanno organizzato una serie di manifestazioni e sfilate di ogni risma, dalle quali è emersa una realtà inquietante: partecipanti e manifestanti erano per la grande maggioranza immigrati extra-comunitari. Tale fatto, evidentemente non trascurabile, mette in luce una serie di considerazioni doverose. Innanzitutto, appare evidente che la percentuale di lavoratori italiani stia paurosamente calando, in favore di quella di extra-comunitari, che sono invece fortemente in crescita, e che ben si prestano ai progetti padronali di annullamento delle garanzie di operai e impiegati di ogni livello e mansione”. E’ il commento di Giustino D’Uva, Dirigente Nazionale Sinlai.
“Secondariamente, ed è forse il dato più allarmante, ne risulta come i sindacati maggiori, costituenti la famigerata “Triplice”, siano chiaramente favorevoli alla sostituzione etnica del popolo italiano, il cui primo passo è l’immissione sul mercato di ingenti masse di lavoranti in nero e a bassissimo costo. D’altro canto un’altra è la certezza emergente: il popolo laborioso e produttivo dell’impresa, dell’artigianato, della manodopera, della manifattura e del lavoro in genere non si sente più rappresentato da CGIL, CISL e UIL, che negli anni si sono sempre più allontanati dai reali interessi dei lavoratori italiani, per abbracciare la causa del grande capitale finanziario e delle grandi corporation, che hanno egemonizzato e desertificato l’economia italiana. Il Sinlai, solo, si erge dal pantano di un simile disastro socio – economico per rappresentare e tutelare i lavoratori italiani ed i loro interessi, ormai consapevoli che il lavoro non è più una conquista da festeggiare, bensì un baluardo da difendere in una dura lotta di potere tra sfruttati e sfruttatori”.
