Concorso Polizia, esclusi ammessi al proseguo dal Consiglio di Stato
Sono stati riammessi al prosieguo del concorso in Polizia, una cinquantina di allievi agenti che erano stati esclusi, dopo aver superato le prove scritte. Lo studio legale di Palermo Leone Fell che ha assistito i ricorrenti, ha incassato il parere positivo del Consiglio di Stato che ha rilevato l’illegittimità nella procedura selettiva e ha obbligato il Ministero a fissare nuove date per le successive prove.
La parte del bando sotto accusa, e impugnato dallo studio legale Leone Fell & Associati, è stata la seguente: “sarà convocato (alla prova di efficienza fisica), seguendo l’ordine della relativa graduatoria, un numero sufficiente di candidati tale da garantire la copertura dei posti messi a concorso”, in cui non si specifica quanti candidati sarebbero stati ammessi , salvo precisare all’art.10 che “la prova (scritta, ndr) si intende superata se il candidato riporterà una votazione non inferiore a 6 decimi”. In seguito alla correzione degli elaborati e alla pubblicazione della graduatoria, l’amministrazione ha stabilito e comunicato che sarebbero stati ammessi solo “i primi 3.443 candidati”.
Tutto ciò è stato ritenuto illegittimo dal Consiglio di Stato (leggi qui) poiché l’amministrazione, indicando il numero di candidati “idonei” a proseguire il concorso solo dopo la correzione degli elaborati, ha determinato chi fosse meritevole di superare la prova conoscendo l’identità dei concorrenti e la loro posizione in graduatoria. Un sistema contrario ai principi generali di trasparenza, par condicio e anonimato che dovrebbero caratterizzare i concorsi pubblici e garantire il “buon andamento” della procedura amministrativa.
“Dopo la violazione dell’anonimato nel concorso per 559 Allievi agenti – dichiarano gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell – il Ministero questa volta predispone un concorso inserendo un contingente in maniera illegittima e del tutto immotivata, discriminando tutti quei partecipanti che, solo per puro caso, si sono trovati al di fuori di quel numero. I nostri ricorrenti infatti avevano superato brillantemente le prove e, a nostro avviso, avevano subito un grave torto. Ci siamo trovati a dover combattere una nuova battaglia di legalità per garantire i diritti di tutti i partecipanti. Siamo felici – concludono – che anche i giudici del Consiglio di Stato abbiano accolto le nostre tesi e risarcito il danno e siamo ancor più felici per quanti adesso potranno continuare la selezione”.