Monfalcone. Incidente Fincantieri, Sinlai: “Operaio morto perché vittima di ‘sistema malato'”

Nei giorni scorsi si è verificato l’ennesimo incidente (trattasi della quinta morte quest’anno) presso il bacino di Fincantieri a Monfalcone, Gorizia. Questa volta, però, la vittima aveva 19 anni. Si chiamava Matteo Smoilis e lavorava per una delle tante aziende appaltatrici di Fincantieri in Friuli Venezia Giulia. È rimasto schiacciato da un carico di cemento di 700 kg, staccatosi da un paranco durante uno spostamento.

Il SINLAI, in prima linea sulle battaglie per la sicurezza dei lavoratori, è intervenuto denunciando fermamente l’accaduto. “E’ sconcertante che in un Paese sedicente civile accadano cose del genere. Il giovane operaio non è morto per caso – dice Giustino D’Uva, responsabile nazionale SINLAI Funzione Pubblica -. E’ stato l’ennesima vittima di un sistema, che fa capo ad una società pubblica, e che sottende precarietà e sfruttamento. Gli operai sono costretti a ritmi massacranti e a condizioni inumane, poiché chi dovrebbe difenderli è pienamente colluso con il sistema statale che nel settore fa capo a Fincantieri. Sto parlando di CGIL CISL e UIL, i quali prima avallano l’illegalità e lo sfruttamento – da sempre sono rappresentativi in Fincantieri –  poi indicono manifestazioni per prendere in giro le famiglie delle vittime”.

Anche Fabrizio Fiorini, responsabile SINLAI Emilia Romagna, ha voluto dire la propria: “Matteo Smoilis lavorava per una delle aziende della pletora di appaltatori di Fincantieri; un fitto sottobosco in cui si annida la totale precarietà ed in cui è impossibile vigilare sulle condizioni di sicurezza. Matteo aveva 19 anni ed era uno dei tantissimi giovani italiani che , a dispetto dei politicanti che li additano come “choosy” o “bamboccioni”,  sono costretti ad accettare ogni tipo di vessazione, pur di trovare un lavoro”.

Redazione

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