Pozzuoli. Vertenza Comdata, venerdì sciopero: lavoratori e sindacati in piazza
Venerdì i Lavoratori di Comdata S.P.A. incroceranno le braccia, per protestare, contro la decisione del colosso dei Call Center, di chiudere le sedi operative di Padova e Pozzuoli, con conseguente licenziamento dei Lavoratori.
Il concentramento è previsto a partire dalle ore 11:00 fuori la palazzina di Comdata, sita all’interno del Comprensorio Olivetti di Pozzuoli. Alle ore 11:30 i lavoratori si sposteranno fuori i cancelli del Comprensorio dove è previsto un presidio a partire dalle ore 12:30.
Lo sciopero, proclamato delle Segreterie Nazionali di SLC – CGIL, FISTel – CISL e UILCOM – UIL e deciso nell’ambito del Coordinamento Nazionale della RSU svolto il 10 Maggio, sarà per l’intero turno di lavoro per i lavoratori delle due sedi impattate dai licenziamenti, e di due ore a fine turno per i lavoratori delle altre sedi.
I lavoratori della sede di Pozzuoli, organizzeranno un girotondo in torno alla loro sede di lavoro per simboleggiare il messaggio: “COMDATA POZZUOLI NON SI TOCCA!”
“La decisione di chiudere le sedi e licenziare i lavoratori è per noi inspiegabile e la contrasteremo con forza e con tutti gli strumenti a nostra disposizione – dichiarano le Segreterie di SLC – FISTel – UILCOM della Campania in una nota congiunta – Comdata è l’azienda leader del settore dei Call Center in Outsourcing con oltre 700 milioni di fatturato, bilanci in utile e 52 sedi presenti in tutto il mondo.”
“Contestiamo totalmente le motivazioni addotte sulla procedura – prosegue la nota – perchè si basano su un presupposto che come Sindacato non accetteremo mai, ovvero quello di abbandonare lentamente alcuni siti produttivi fino a provocare condizioni di insostenibilità economica, per poi chiuderli e spostare quelle attività su altri siti produttivi, per abbattere i costi ed aumentare gli utili, tutto questo sulla pelle dei lavoratori. Con lo sciopero previsto nella giornata di Venerdì, i lavoratori Comdata di Pozzuoli si stringeranno intorno alla loro azienda respingendo simbolicamente la decisione di dismetterla, provocando la fuoriuscita dal ciclo produttivo di 66 persone che avranno pochissime speranze di ricollocarsi in un territorio già martoriato da una crisi occupazionale pesantissima”.