In Puglia prodotti ortofrutticoli locali ‘sostituiti’ da quelli esteri, la denuncia del Sinlai – Lega della Terra
In Puglia, terra storicamente nota per la fiorente attività agricola, i supermercati non accettano più i prodotti ortofrutticoli italiani facendo leva sul pretesto che manchino della certificazione etica, richiesta facoltativamente da norme europee; al contrario, sui banchi dei mercati pugliesi proliferano prodotti provenienti dall’estero, di dubbia qualità e di origine incerta.
Federico Trotta, responsabile di Lega della Terra, ha manifestato così il suo disappunto: “é una vergogna, gli ipermercati pugliesi si appigliano a norme assurde per immettere sul mercato prodotti scadenti e a bassissimo costo, il cui ricarico determina enormi profitti, distruggendo la filiera ortofrutticola pugliese, fiore all’occhiello d’Italia. Per non parlare dei danni e della beffa per la salute dei consumatori: questi prodotti vengono da aree sconosciute e avulse da qualsivoglia controllo in termini di qualità e sicurezza alimentare”.
Giustino D’Uva, invece, dirigente nazionale SINLAI, ha evidenziato le conseguenze nefaste per la situazione economica della zona: “la distruzione del Made in Italy e la sostituzione etnica dei lavoratori passano anche dell’agricoltura. Dietro quello che accade in Puglia si cela la mano della mafia e del caporalato locale che ha tutto l’interesse a importare prodotti scadenti dall’estero e a distruggere la filiera locale; il tutto, ovviamente, favorisce desertificazione di un settore altrimenti florido e inoccupazione di lavoratori italiani. Oltre che, chiaramente, lo sfruttamento di braccianti di chissà quale parte del mondo”.