Emergenza cinghiali in Campania, Loffreda: “Basta dispute inutili”

Si è tenuta questa mattina l’audizione in Commissione regionale Agricoltura sul tema “Gestione faunistico-venatoria del cinghiale in Campania”. Per Coldiretti è intervenuto il direttore regionale Salvatore Loffreda. La presenza dei cinghiali è ormai un’emergenza drammatica su tutto il territorio regionale, causando danni agli agricoltori e rischi per l’incolumità dei cittadini. Nell’ultimo censimento effettuato sono oltre 220 i Comuni campani dove sono stati rivelati danni da fauna selvatica, con effetti devastanti e destinati a crescere senza freno.

“Ancora una volta – ha sottolineato il direttore Loffreda – abbiamo ascoltato dispute inutili, che non ci appassionano e che non risolvono i problemi. Il tempo è scaduto e chiediamo alla Regione di mettere in pratica il piano previsto, affrontando in sedi separate i conflitti di competenza e le querelle tra coloro che dovranno applicarlo. Si può agire velocemente e ridurre la pressione dei cinghiali sul territorio. Il Piano straordinario Emergenza Cinghiali in Campania 2016-2018 è stato approvato ormai da due anni dalla Regione. L’inquadratura territoriale e i fondi del programma di sviluppo rurale possono aiutarci a frenare un fenomeno insostenibile per le imprese agricole. Le aree più colpite sono ovviamente quelle appenniniche: l’Irpinia, il Sannio, l’Alto Casertano e l’entroterra Salernitano. Oltre ai danni reali alle colture, c’è il pericolo per la salute pubblica. Pericoli che si accentuano nelle aree dei Parchi, dove i vincoli naturalistici portano gli animali a stretto contatto con le comunità locali.

Coldiretti ha chiesto e continua a chiedere una filiera controllata e rintracciabile delle carni di cinghiale – ha concluso Loffreda – per garantire il rispetto delle regole e la salubrità di quanto finisce abbondantemente sulle tavole delle sagre e non solo. Tramite i nostri tecnici abbiamo presentato proposte concrete per risolvere il problema. Far partire finalmente anche nella nostra regione una filiera del cinghiale avrà due risultati positivi: la fine al commercio clandestino delle carni, danno e beffa per gli agricoltori, e un’opportunità di sviluppo per il territorio, offrendo un prodotto sano e sicuro per il consumo locale ma anche per i turisti che scelgono di scoprire la bellezza delle nostre aree verdi”.

Redazione

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