Fallimento Melegatti, Sinlai: “Stato salvi azienda e affidi nuova gestione ai lavoratori”
La travagliata vicenda della Melegatti, alla fine, si è chiusa nella maniera peggiore possibile: il Tribunale di Verona, a fronte dei 50 milioni di debiti accumulati dall’azienda, ne ha dichiarato il fallimento. A farne le spese, ovviamente, i 350 lavoratori, tra diretti e stagionali, impiegati nella produzione aziendale. Il marchio Melegatti ha fatto la storia del made in Italy, avendo rappresentato per oltre un secolo l’eccellenza italiana dolciaria nel mondo. Eppure, la politica non ha mosso un dito per salvare una situazione che era tutt’altro che disperata, già essendo stato presentato un piano per il rilancio, deliberatamente ignorato.
Matteo Contino, dirigente del SINLAI, ha espresso la posizione del sindacato forzanovista a riguardo: “E’ chiara la volontà politica di distruggere il made in Italy. Lo stato ha salvato banche e multinazionali, sanando posizioni debitorie enormemente più gravose, mentre ora lascia che un marchio storico come Melegatti scompaia per una scelta produttiva azzardata. Pertanto, solleciteremo il nuovo governo ad intervenire direttamente rilevando il debito di 50 milioni e proponendo un piano di rilancio della Melegatti fondato sulla socializzazione della produzione. Sarebbe, infatti, un caso perfetto per affidare i mezzi produttivi ai lavoratori, demandando loro la gestione strategica e la ripartizione dei ricavi. Si eviterebbe di mettere sul lastrico 350 famiglie e si darebbe un segnale molto forte di sostegno alla filiera italiana e di introduzione di un modello virtuoso che farebbe scuola e rilancerebbe l’economia del Paese”.