Napoli. ‘Anima Di Strega’, la cantautrice aversana Vincenza Purgato presenterà il suo disco d’esordio

Si presenta martedì 3 luglio ore 20.30 presso la Casina Pompeiana nell’archivio Storico della Canzone Napoletana “Anima di Strega”, il disco d’esordio della cantautrice aversana Vincenza Purgato, che dopo la conferenza darà luogo a un miniset live di alcuni brani. Con lei on stage ci saranno: Giosi Cincotti al pianoforte, Edo Puccini alla chitarra, Emidio Ausiello alle percussioni e Gianfranco Campagnoli al flicorno. Moderatore: il critico musicale Michelangelo Iossa, con la partecipazione del giornalista Nicola di Santo.

Un disco che è un viaggio con la mia anima” – così la Purgato nata in Svizzera 44 anni fa parla del suo lavoro d’esordio che si compone di 10 brani di cui quattro in napoletano – “in cui è venuto fuori il mio universo di donna del terzo millennio. Un’opera non pensata, ma ‘sentita’. Tutto ciò che ho scritto e cantato è frutto del mio mondo interiore: sentimenti, riflessioni, sofferenze, dolori e gioie. Emozioni che ho trasmutato in parole e musica e che ora condivido con voi in questo viaggio. Gli arrangiamenti e la direzione artistica li ho affidati al Maestro Giosi Cincotti (pianista-fisarmonicista), che ha messo a fuoco i miei stati d’animo rispettandone gli umori, insieme al Maestro Ernesto Nobili (compositore-chitarrista eclettico) che ha collaborato alla realizzazione di 3 arrangiamenti. Ho avuto il piacere di avere nel brano “Annure” la collaborazione del Maestro Pericle Odierna visionario polistrumentista e l’intensa voce del talentuoso artista Roberto Colella, frontman della band “La maschera”. Nel brano “Lascia andare” ho avuto il piacere di avere il bellissimo suono del Flicorno del Maestro Gianfranco Campagnoli. Nel disco c’è la collaborazione di musicisti illustri partenopei che ringrazio: Gianni Guarracino, Gianfranco Campagnoli, Michele Maione, Arcangelo Michele Caso, Pasquale Ziccardi, Edoardo Puccini, Paolo Propoli, Carlo di Gennaro, Beatrice Valente, Ciro Iovine ed Ismele Njang. La foto di copertina è del fotografo Arash Radpour sensibile artista Iraniano, che ha reso reale il mio immaginario di donna. Un lavoro durato due anni e mezzo. I video sono stati diretti dal regista Claudio D’Avascio che sarà in sala. Il loro amore per la musica e la loro conoscenza artistica ha ancora di più nutrito la mia anima di sonorità che si fondono tra la musica popolare del Sud Italia e del Sud America”.

“Il disco prende il nome dal singolo “Anima di Strega” (che già è stato presentato assieme al video nella giornata contro la violenza sulle donne): un omaggio alle donne, una vittoria dello spirito selvaggio per aver affrontato le tante battaglie, attraversando il fuoco dell’inquisizione, nel nome dell’ amore e del rispetto. Canto della donna che mette a nudo la sua anima antica, senza maschere, che crede in se stessa, in chi l’ha generata e nell’amore universale, la donna forte e risvegliata è riuscita a combattere i dogma e ad esprime la sua libertà. Il perdono per tutte le offese subite è il ponte che conduce ad essa. Fin da ragazza sono stata appassionata di musica e di scrittura, scrivevo pensieri e poesie. Sono curiosa e attenta a tutto ciò che mi capita, nulla accade per caso e dietro ogni incontro o esperienza c’è sempre una ragione, qualcosa che vuole rivelarsi a noi. Scrivo le mie riflessioni, i dubbi sono sempre la fonte della mia curiosità per il mistero della vita, la passione e l’amore mettono in moto la mia creatività. Cerco sempre un momento di dialogo con me stessa, con la mia anima e con la parte di mondo che sento lontana da me. Cerco di scovare il senso dell’amore da un lato, e dall’altro di raccogliere quella sostanza che le parole possono conservare dopo la dissipazione dei sentimenti. Questo progetto è nato in un momento di riflessioni, di introspezioni, di silenzio rigenerante e man mano la voce dell’anima è stata forte, ho cercato momenti di solitudine, compagna creativa. Più mi avvicinavo a me stessa e più mi rimbombavano melodie misteriose. Un ritorno al grembo per risvegliare gli istinti assopiti e far rinascere la donna selvaggia che in ognuno di noi . Un ritorno all’anima ed ecco il mio canto nostalgico. Scrivere in Napoletano per me è stato una grande scoperta, amo la canzone classica Napoletana e quando è successo ho sentito una grande responsabilità, una Lingua Universale che dal 2014 è entrata a far parte del patrimonio Unesco. Cantare nella nostra lingua è come ricordarci chi siamo e da dove veniamo, ci riporta alle proprie origini e soprattutto cantare in questa splendida lingua personalmente mi connette molto con il mio mondo viscerale, tocca corde dentro di me che non avrei immaginato come gli istinti più profondi. Nella lingua Italiana è come se avesse agito un energia che parte dall’alto con testi e melodie più sospesi, invece nella lingua Napoletana è come se ad agire fosse stata l’energia della terra. Alla fine è stato un fondersi tra spirito e materia. Per questo ho definito la mia opera, un disco non pensato ma “sentito” Il brano “Acqua” è il grembo di tutte le altre 9 creatureè stata la prima che ho scritto, nella notte di Natale di 3 anni fa, nella stessa notte di tanti anni fa persi mia madre. L’ho scritta di getto, scrivevo sui post-it, non avendo a disposizione un quaderno, poi ho messo in ordine le frasi, registravo sul telefonino la melodia che mi risuonava come una danza, ricordo come fosse ora l’emozione, sentivo un fermento dentro, ogni cellula del corpo che tremava, uno stato di grazia indescrivibile, è stato sempre cosi per ogni creatura che ho scritto, subito dopo è nata “Anima di Strega” che raccoglie l’intero progetto. Acqua l’ho sentito come un dono. E’ un brano viscerale, un eco dell’anima, una danza che non può non risvegliarti. Un richiamo agli istinti. Ti accorgi che proprio quando senti l’aridità e l’arsura di una deprimente mancanza arriva il sollievo, la leggiadria fresca che l’Acqua solo può donare, elemento di vita e di morte, le cui dosi stabiliscono il fluire delle esistenze e la fecondità del sostentamento. La donna è portatrice di amore e l’acqua come l’amore genera e cura, pronta ad accogliere, è il grembo dove tutto è pronto per essere portato alla luce. L’acqua ha anche un potere devastante per la paura collegata agli eventi catastrofici, ma gli stessi zunami accadono anche dentro di noi e arrivano per risvegliarci, ad un certo punto della vita siamo chiamati a fare i conti con noi stessi e lasciare andare ciò che non ci appartiene più, ma per farlo bisogna toccare il fondo, smuovere le acque nere per riemergere dalle paure, attraversare i conflitti, i dolori. Tutto è in continuo movimento proprio come l’acqua, accettare i cicli della natura Vita/Morte/Vita, per far si che ci sia Ri-nascita, con la certezza che tutto ritorni alla fonte. All’autenticità. L’amore unisce, non conosce limiti, non tiene conto delle diversità, culture e credo. Libero è colui che accetta i cambiamenti scegliendo sempre se stesso. L’amore è libertà ‘Acqua’ è questo!”.

Redazione

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