Legittima difesa, Salvini: “A breve la legge in parlamento”

Dopo la chiusura dei porti e le dichiarazioni sui rom, la Lega trascina il governo gialloverde su un altro dei suoi cavalli di battaglia: la legittima difesa. Il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni ha già depositato “agli atti del sindacato ispettivo una proposta di legge” di cui è primo firmatario, come anticipato dall’Huffington Post. Il Carroccio riproporrà i contenuti del testo che proprio Molteni presentò come prima firma a marzo 2018, quando il partito era ancora in minoranza. Punto cardine: licenza di sparare a chiunque si introduca in un’abitazione privata, annullando la valutazione oggi prevista per legge di proporzionalità fra offesa e difesa. Ovviamente, solo nel caso in cui si sia in possesso del porto d’armi.

La novità si riassume nell’articolo 1 del testo già presentato a marzo:  “Si considera che abbia agito per legittima difesa colui che compie un atto per respingere l’ingresso o l’intrusione mediante effrazione o contro la volontà del proprietario o di chi ha la legittima disponibilità dell’immobile, con violenza o minaccia di uso di armi di una o più persone, con violazione di domicilio”. Nello stesso disegno di legge si annunciava un inasprimento della pene sui furti domestici: “In particolare, si prevedono la reclusione da un minimo di cinque anni a un massimo di otto anni e la multa da un minimo di 10.000 euro a un massimo di 20.000 euro. Conseguentemente per l’ipotesi aggravata di cui al comma 3 del medesimo articolo si prevedono un minimo edittale di sei anni di reclusione, mentre il massimo resta quello attualmente previsto, pari a dieci anni, e la multa da un minimo di 20.000 euro a un massimo di 30.000 euro”.

“Non vogliamo che i cittadini dormano con una pistola sul comodino”, ha detto Nicola Molteni “sul comodino ci stanno bene i libri. E non ci sarà nessun Far West, il Far West ce l’abbiamo già”. L’esecutivo a traino leghista metterà mano anche ai processi: non potranno più accedere al rito abbreviato gli imputati rinviati a giudizio per un reato per il quale la legge prevede l’ergastolo. Un altro obiettivo della nuova legge sarà rinforzare “il fondo per le vittime dei reati violenti”, da dedicare a Ermes Mattielli, l’ex rigattiere che sparò 14 colpi contro 2 ladri di rame colti in flagranza di reato, riducendo uno dei due sulla sedia a rotelle. L’uomo fu condannato a risarcire 135 mila euro.

Il provvedimento sulla legittima difesa rischia di mettere in difficoltà i Cinquestelle, fino a qualche tempo fa su posizioni nettamente contrarie alla diffusione di armi. “Il Movimento 5 Stelle al governo farà in modo che una persona non si debba difendere con un’arma da uno che gli entra in casa”, dichiarava Luigi Di Maio in un’intervista televisiva solo cinque mesi fa.

Un concetto ribadito da Di Maio già negli anni precedenti. “La detenzione di armi va ridotta drasticamente. Non siamo una società abbastanza serena per prenderci questi rischi. Togliamo le armi dalle case degli italiani”, scriveva su Faceboook commentando la vicenda dell’infermiere-killer Giulio Murolo che, il 15 maggio 2015, aprì il fuoco dal balcone di casa sua a Napoli e uccise cinque passanti. “Uno Stato serio, consapevole delle sofferenze della sua comunità”, continuava, “non dovrebbe consentire ad un singolo individuo di detenere tutte quelle armi in casa”.

Sotto quello stesso post, Alessandro Di Battista esprimeva il proprio appoggio: “Il dramma è sempre lo stesso. Lo strapotere delle lobbies delle armi, anche di quelle da fuoco. In USA si comprano nei “supermercati”. Stiamo andando verso quel tipo di società. Tutto va verso quella direzione. Il mercato che detta legge sugli uomini, il consumo sull’umanità. Ce la metteremo tutta per non permetterlo nel nostro paese. Lo faremo insieme”. Su questa linea anche Roberto Fico che nello stesso giorno, tre anni fa, interveniva così sull’argomento: “Secondo me non si può avere in alcun modo la possibilità di possedere a casa pistole, fucili a pompa e quant’altro pur se dichiarati. È un rischio troppo alto per se stessi e per le persone che ti sono accanto”. Non solo, Fico proponeva persino di mettere mano alla regolamentazione per la detenzione di armi: “Uno sbaglio, una fatalità, un momento di follia sono cose che accadono nella vita e non è quindi possibile avere delle armi a portata di mano. Questa normativa va completamente rivista ed ho intenzione di farlo discutendone con tutto il movimento”.

La contraddizione non è passata inosservata. “Lascia per così dire “disarmati” l’ennesima piroetta della coppia Di Maio-Di Battista sul possesso di armi”, ha commentato Giuseppe Civati di Possibile, riprendendo la denuncia fatta dalla campagna addioallearmi.it. “Nel maggio 2015 chiedevano una riduzione per evitare tragedie, sottolineando il rischio di una deriva statunitense con l’estrema facilità di reperire pistole e fucili”, ha aggiunto, “oggi sono pienamente d’accordo con Salvini, che vuole più libertà sulle licenze per le armi”.

Redazione

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