Casalesi, rapporti col clan Zagaria, sequestrati beni ai fratelli Balivo
Nei giorni 5 e 6 luglio 2018 la Polizia di Stato di Caserta ha dato esecuzione a un decreto di sequestro di prevenzione emesso il 19 giugno u.s., su proposta della Direzione nazionale Antimafia e Antiterorismo, dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere (CE) – Sezione per l’applicazione di misure di prevenzione – nei confronti di BALIVO Gaetano, cl. ’61, e BALIVO Silvestro, cl. ’54, dei rispettivi nuclei familiari e di soggetti terzi, intestatari di beni a loro riconducibili. All‘esito di una complessa ricostruzione dei rapporti tra i BALIVO e la famiglia di ZAGARIA Michele e del patrimonio mobiliare ed immobiliare loro riconducibile sia formalmente che di fatto, sono stati sottoposti a sequestro 5 società operanti prevalentemente nel settore edile e in quello dei prodotti ortopedici, numerosi rapporti finanziari accesi dai soggetti – fisici e giuridici – raggiunti dalla misura presso 14 diversi istituti bancari, 13 veicoli (tra cui 9 autovetture, 3 autocarri e 1 motociclo) nonche’ oltre 100 immobili, tra fabbricati e terreni, siti in Caserta e provincia (Trentola Ducenta, Sessa Aurunca, Aversa) e in provincia di Frosinone (Fiuggi), il tutto per un valore stimato di circa 45 milioni di euro.
Il provvedimento di sequestro ha valorizzato le indagini e gli accertamenti patrimoniali eseguiti dalla Squadra Mobile di Caserta nei confronti dei fratelli BALIVO, già destinatari di misura cautelare emessa nel 2015 dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di circa trenta persone; contestualmente, tra l’altro, venne sottoposto a sequestro il Centro Commerciale Jambo di Trentola Ducenta in provincia di Caserta. Nel citato provvedimento cautelare era già stata riconosciuta l’importanza del ruolo svolto da Gaetano BAL1VO all’interno del clan dei Casalesi, fazione ZAGARIA, per il costante supporto fornito alla latitanza di Michele ZAGARIA. Nel menzionato procedimento Balivo Gaetano quale partecipe e suo fratello Silvestro, quale concorrente esterno, erano accusati di aver aderito all’associazione di tipo mafioso armata denominata clan dei casalesi ( in particolare a quella articolazione interna del gruppo facente capo a Zagaria Michele ed ai suoi familiari), assicurando un rilevante contributo. Gaetano BALIVO, infatti, aveva un rapporto fiduciario con l’allora latitante, provvedendo a spostarlo sul territorio, a diramarne gli ordini, ad attuarne le direttive, a reinvestire stabilmente i proventi delle attività illecite del sodalizio e fungendo anche da “prestanome” in numerosi rapporti commerciali. Il supporto di Balivo Gaetano, dunque, oltre a favorire la latitanza di Michele Zagaria, ha consentito di svolgere concretamente una rilevante attività imprenditoriale e di acquisire beni nel settore dell’edilizia e commerciale anche ricorrendo a terzi fittizi intestatari. Il costante appoggio logistico ed il supporto economico connesso alla messa a disposizione del sodalizio – con continuità attraverso il corso di decenni e mantenendo i contatti nonostante i numerosi cambi di guardia al vertice del gruppo – di ingenti somme liquide e “pulite”, in cambio della possibilità di beneficiare dell’imposizione dei propri prodotti, della forza persuasiva del clan per il rilascio di titoli abilitativi e delle “agevolazioni” sul fronte del pagamento delle tangenti (che, com’è noto, erano imposte alla totalità degli operatori economici dell’area), hanno determinato il sorgere di un vero e proprio rapporto qualificabile come sinallagmatico tra il Balivo e il clan da cui entrambe le parti hanno tratto consapevolmente vantaggi; quanto al proposto, va sottolineato che il medesimo ha utilizzato tale rapporto anche per alterare l’ordinaria concorrenza degli altri operatori presenti nel settore, non favoriti dal clan.
In questo contesto di pari importanza si è rivelato anche il ruolo rivestito da BALIVO Silvestro, fratello di Gaetano, al tempo della misura cautelare del 2015, concorrente esterno ed in seguito alle nuove acquisizioni provenienti dalle dichiarazioni di recenti collaboratori di giustizia, pienamente organico al clan. La disponibilità assicurata sia personale che attraverso le sue aziende ed il suo patrimonio hanno, infatti, consentito all’associazione camorrista di avere, in relazione agli appalti aggiudicati ed ai servizi, sia il controllo del movimento terra, delle forniture e della stessa manodopera, che una quota dei guadagni.
Un ruolo, quello di Silvestro BALIVO, assolutamente determinante per le esigenze del clan, in quanto, non solo di supporto per il fratello Gaetano (laddove lo stesso era impegnato in attività di interesse del clan), ma anche di altri affiliati con i quali si relazionava in prima persona, sia pure in modo riservato.
Il decreto di sequestro eseguito dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta rappresenta, in ordine temporale, la prima misura di prevenzione antimafia emessa dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere – Sezione per l’applicazione di misure di prevenzione – su proposta della Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo.