(FOTO) Detenzione illegali di specie protette: blitz CC Forestali tra Caserta e Napoli

Si è svolta in questi giorni una campagna di controlli volti alla prevenzione e repressione dei reati in danno della fauna protetta autoctona, esotica ed in via di estinzione (C.I.T.E.S.), sul territorio delle province di Caserta e Napoli, da parte dei Carabinieri Forestali appartenenti al Reparto Operativo S.O.A.R.D.A. (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno degli Animali) di Roma, coadiuvati dal personale del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare operante nell’ambito del Gruppo Carabinieri Forestale di Caserta e della Stazione Carabinieri Forestale di Marcianise.

Sono state controllati svariati esercizi commerciali di uccellerie e di allevatori di uccelli.

Sono stati sequestrati complessivamente circa 200 volatili tra cardellini, verzellini, lucherini, pettirossi e gheppi, oltre a svariati esemplari di tartarughe terrestri, reti da uccellagione, gabbie e materiale vario.

Sono state deferite all’Autorità Giudiziaria nr. 10 persone dedite alla detenzione e commercializzazione di specie animali protette per il delitto di ricettazione ed il reato di uccellagione.

Elevate sanzioni amministrative per un importo pari a 10.000 euro.

In questo periodo è dell’anno, infatti, è molto praticata della uccellagione dei cardellini, ovvero la cattura di esemplari vivi di avifauna appartenenti alla famiglia dei fringillidi.

Esemplari sono molto apprezzati per il loro canto melodioso che è emesso quasi unicamente dai maschi in amore.

La tecnica di cattura dei cardellini è molto crudele in quanto si appronta una rete da cattura in prossimità di una fonte d’acqua, in genere una pozzanghera, nei cui pressi si posiziona anche un esemplare di cardellino femmina legata con un’imbracatura di spago e attaccata ad un pezzo di legno fissato nel terreno. I cardellini maschi, attirati dal canto della femmina e dalla presenza della pozza d’acqua, molto rara in questo periodo siccitoso, si poggiano al suolo. L’Uccellatore che è appostato in prossimità, in genere mimetizzato in un cespuglio, non appena vede l’esemplare di cardellino posarsi al suolo in prossimità della rete tira una corda che imprigiona nelle maglie della rete il piccolo passeriforme.

Quello della vendita dei cardellini è un mercato molto florido in quanto gli esemplari migliori, ovvero quelli più canterini, hanno un elevato valore di mercato. Alcuni estimatori sono disposti a esborsare anche migliaia di euro per gli esemplari aventi le migliori capacità canore. Persone senza scrupoli arrivano addirittura ad accecare i cardellini per assicurarsi il loro canto sia di giorno che di notte. Gli esemplari in tal modo non riuscendo a distinguere la luce dall’oscurità sono indotti in un canto ininterrotto che li porta a stremarsi.

La cattura dei cardellini protetti sia dalla normativa nazionale che dalla Convenzione di Berna è un reato molto grave in quanto la fauna selvatica è dichiarata patrimonio indisponibile dello Stato ed il suo impossessamento costituisce furto venatorio aggravato per i soggetti non provvisti di licenza di caccia. Nei casi più gravi si può procedere all’arresto in flagranza di reato.

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Redazione

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