Aversa. Piazza Don Diana, dagli scavi emerge un manufatto: è un muro del ‘200?
La notizia era nell’aria da alcuni giorni fin quando strane voci si sono rincorse e il manufatto è parso in tutta la sua evidenza dai lavori di scavo del rifacimento di Piazza Don Diana. Potrebbero trattarsi delle fondamenta di un muro di un antico palazzo, orbene la storia ci dice che in quella zona vi fossero le costruzioni volute dalla famiglia Rebursa.
Riccardo de Rebursa, barone aversano, risultato il capo del gruppo aversano pro Corradino di Svevia fu dichiarato traditore e messo a bando: dopo la sconfitta di Corradino a Tagliacozzo abbandonò la Casa che « l’habitat propre portam S. Andrea in parochia S.Audeni iuxta vias publicas » ma fu preso e condannato a morte insieme ai fratelli per ordine di Carlo I d’Angiò, che fu intransigente contro i sostenitori della casa Sveva.
Altrude vedova di Bartolomeo de Rebursa e Margherita de Rebursa moglie di Riccardo de Rebursa si riunirono, secondo l’affermazione del Calefati databile fra il 1230 e il 1235, presso la Chiesa di S. Francesco d’Assisi, e chiesero di costituire il ramo femminile del francescanesimo, le Clarisse.
Intanto i lavori proseguono senza sosta. Rintracciato telefonicamente Michele Ronza, vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici, al momento non conferma e non smentisce tale ritrovamento. Lo stesso ha sottolineato che la ditta incaricata dei lavori è tenuta, attraverso il direttore dei lavori e l’archeologo, di avvisare immediatamente la Sopraintendenza di qualsiasi ritrovamento riconducibili a beni archeologici.
In passato, sempre in quell’area, si era pensato di costruire un parcheggio interrato. L’allora assessore Rotunno si rivolse alla Soprintendenza archeologica di Salerno il quale fu commissionata una perizia geosatellitare tra le quali evidenziano la presenza in proprio in Piazza Don Diana di un grosso manufatto di forma quadrata di cui ad oggi è impossibile risalire ma che molti pensano sia in realtà la la residenza dei Rebursa. Infatti il monastero di San Francesco che ospitò diversi ordini monastici femminili fu voluto e realizzato dal ramo femminile della famiglia Rebursa.