Monselice. Rifiutata iscrizione in palestra a giovane senegalese: denunciato gestore

Tante campagne politiche e sportive agiscono quotidianamente al fine di limitare le manifestazioni di razzismo nella nostra nazione. In molti vogliono che le discriminazioni scompaiano per favorire l’adattamento degli stranieri e una maggiore coesione nella società, eppure ciò che continua ad accadere nella realtà contro ogni buon auspicio va ben oltre questa prospettiva di unione e rispetto. Ce lo dimostra molto chiaramente ciò che è accaduto non molti giorni fa a Monselice in provincia di Padova.

Protagonista di questa spiacevole vicenda è un giovane senegalese di nome Karamba che ha lasciato ormai da svariati anni il proprio paese natio dopo aver attraversato la Libia e il Mediterraneo e che vive ormai a contatto con la comunità della cittadina in cui abita ormai da molto tempo. Il ragazzo si è sempre sentito accettato in questo ambiente e dichiara di non essere mai stato trattato con sufficienza e disprezzo dai suoi concittadini, anzi aggiunge che nei suoi confronti c’è sempre stato rispetto e comprensione da parte di tutti. È questo il motivo per cui questo giovane di colore è rimasto particolarmente sconvolto nel momento in cui per la prima volta da quando è in Italia è accaduto qualcosa di totalmente diverso.

Il ragazzo in questione ha infatti deciso, come ogni altra persona, di iscriversi in palestra, ma nel momento in cui stava per entrare nella struttura è stato bloccato e gli è stato vietato categoricamente di frequentare quel luogo aggiungendo che l’ingresso non è concesso a coloro non sono parte di un club privato in cui non può entrare chi non ne è parte da una determinata quantità di tempo. In realtà è chiaro che il movente del club privato non è per niente realistico dato che l’iscrizione è concessa a qualsiasi persona abbia voglia di frequentare quella palestra. È evidente che quindi il  proprietario di quest’ultima abbia voluto utilizzare una scusa per allontanare il ragazzo senza parlare delle reali motivazioni per le quali non ha accettato la sua presenza. Il giovane ha però compreso tutto ed è rimasto molto deluso da questo atteggiamento di emarginazione. Il disgusto da parte suo è stato molto grande e di certo non si può negare che lui abbia ragione reagendo in questa maniera, perché non è assolutamente giusto escludere da una qualsiasi attività una persona che come le altre merita rispetto per aver sempre rispettato dal suo canto le leggi e i doveri del luogo in cui vive senza aver mai recato danni né a persone né a cose.

Filomena Iuliano

Redazione

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