Detenuta a Rebibbia uccide un figlio

Una detenuta del carcere romano di Rebibbia ha tentato di uccidere i suoi due figli: uno è morto, l’altro è stato ricoverato in codice rosso all’ospedale Bambino Gesù. La donna, una tedesca di 31 anni, reclusa per furto e spaccio di stupefacenti, avrebbe lanciato i bambini per due rampe di scale della sezione nido. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha fatto un sopralluogo nel carcere insieme con il capo del Dap Basentini. Sono in corso i rilievi tecnici dei carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci della VII Sezione e i carabinieri della IV Sezione vittime vulnerabili per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti.

Per il presidente della Consulta penitenziaria Lillo Di Mauro e responsabile della ‘Casa di Leda’ “il punto è che va rivista la legge: i bambini non devono stare in carcere. Non ci sono scuse, va trovata una soluzione definitiva a questo problema. Anche il Papa ha manifestato la stessa convinzione quando venne in visita il 2 marzo alla Casa di Leda”.

La detenuta “era stata più volte segnalata per alcuni comportamenti, sintomatici di una preoccupante intolleranza nei confronti dei due piccoli” e il personale in servizio presso il carcere aveva segnalato “la necessità di accertamenti anche di tipo psichiatrico”. Lo si legge in un documento firmato dal capo del Dipartimento amministrazione penitenziara, Francesco Basentini, che ANSA ha potuto visionare che chiede valutare “adeguate iniziative relative al personale medico, impiegato presso la suddetta Casa Circondariale, anche provvedendo – ove lo riterrà opportuno – alla sostituzione dello stesso”.

(ANSA)

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Redazione

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