IKEA assume immigrati, SINLAI: “Discriminazione contro Italiani: presenteremo esposto in Procura”
Sono passati pochi mesi da quando, quantomeno discutibilmente, IKEA licenziava una lavoratrice madre dando esempio del più spregiudicato cinismo. Oggi IKEA torna nuovamente a far parlare di sé, e lo fa nel modo più assurdo possibile, ovvero assumendo 8 immigrati extracomunitari per delle posizioni di tirocinio.
”É inammissibile! Poco tempo fa un’azienda aveva dichiarato, legittimamente, che avrebbe assunto solo personale italiano, e stampa e una certa parte politica avevano immediatamente sollevato un polverone, sottoponendo la vittima di turno ad una gogna mediatica. Oggi accade che IKEA assume 8 immigrati, per il semplice fatto che siano africani. Oltre al fatto che tutti sappiamo quanto sia difficile essere assunti, anche solo per uno stage, presso una multinazionale, essendo richiesti laurea e titoli post lauream, é impensabile che questi 8 immigrati avessero i requisiti normalmente richiesti e che abbiano superato la concorrenza di milioni di ragazzi italiani, pluri titolati”. Lo dichiara Giustino D’Uva, dirigente nazionale SINLAI (Sindacato Nazionale Lavoratori Italiani), sigla sindacale vicino a Forza Nuova.
“Per cui é verosimile che nessun annuncio sia stato pubblicato per le posizioni in questione e che l’assunzione degli immigrati rientrasse in un piano preordinato ad assecondare il folle perbenismo ipocrita che frutta miliardi ad una fitta rete di associazioni e privati. Tutto ciò non solo rappresenta una manifestazione ridicola del peggior capitalismo anti-nazionale, ma costituisce soprattutto un illecito che configura l’ipotesi della discriminazione; ne risultano violati, infatti, l’art. 3 della Costituzione e l’art. 15 dello Statuto dei Lavoratori, che impediscono le discriminazioni per ragioni di sesso, razza, etnia e religione. Pertanto, a nome del SINLAI, presenterò personalmente un esposto contro l’IKEA, affinché la procura competente sia investita della questione e ponga in essere tutta l’attività necessaria ad individuare l’ennesima, vergognosa, discriminazione ai danni dei lavoratori italiani”.
