Sentenza panino a scuola, Masiello: “Tornare alle cucine interne”
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto l’appello del Comune di Benevento sul caso mensa e stabilito il diritto di portare il pasto da casa, arriva l’indagine Coldiretti/Ixe’ a confermare un clima di sfiducia verso il cibo servito ai bambini nella refezione scolastica. Più di un italiano su quattro (26%) ritiene scarsa la qualità del cibo offerto nelle mense della scuola. Una netta maggioranza del 71% – sottolinea la Coldiretti – ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare mentre solo il 12% ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più.
“Occorre invertire una tendenza pericolosa – evidenzia Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania – che rischia di creare danni sul lungo periodo. Rinunciare a portare il tema della sana alimentazione nelle nostre scuole è un fallimento per tutti. Siamo la patria della Dieta Mediterranea, che dovrebbe essere materia di studio e prassi nelle mense scolastiche. Negli anni, in nome dell’efficienza burocratica, si è smontata la logica delle cucine interne. Servire i pasti cucinati esternamente e confezionati sottovuoto ha ridimensionato il rapporto educativo con il cibo. Infatti Coldiretti continua a chiedere ai Comuni di inserire nei bandi di gara l’obbligo ad utilizzare prodotti a km zero, almeno per garantire una qualità superiore. Ma un ritorno alle cucine interne costituirebbe la scelta migliore in termini educativi, qualitativi e ambientali. Una pasta al pomodoro servita dalla cucina nel piatto non è paragonabile ad una servita in un contenitore monouso sottovuoto. Una cucina interna può essere controllata meglio, anche dai genitori, e può diventare uno spazio didattico per il confronto con i nutrizionisti e con gli agricoltori del territorio”.
La ristorazione collettiva con le mense scolastiche incide – sostiene la Coldiretti – sulla qualità della vita, dell’alimentazione e, di conseguenza la salute di milioni di studenti in età evolutiva. Un impegno importante in Italia dove quasi un bambino su tre (30,6%) pesa ancora eccessivamente anche se negli ultimi anni si è verificata una leggera riduzione proprio per effetto dell’impegno sull’educazione alimentare a scuola e nelle case, secondo l’indagine Okkio alla salute. Un risultato incoraggiante che dimostra – sottolinea la Coldiretti – la necessità di continuare ad investire sull’educazione alimentare a partire dalla scuola dove va privilegiato il consumo di prodotti salutari.
Il 20% dei genitori infatti – continua la Coldiretti – dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura. Per assicurare una migliore alimentazione ma anche per educare le nuove generazioni secondo il 36% degli italiani è importante – sostiene la Coldiretti – privilegiare nelle mense scolastiche i cibi a km zero che valorizzano le realtà produttive locali e garantiscono genuinità e freschezza.
La Coldiretti è impegnata nel progetto “Educazione alla Campagna Amica” che coinvolge alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia che partecipano a lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe. L’obiettivo – conclude la Coldiretti – è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura.