Sutri. Sgarbi rilancia: riapre il museo di Palazzo Doebbing
Le frizioni con la maggioranza gli avevano fatto meditare le dimissioni, ma Vittorio Sgarbi rilancia e domani a Sutri (in provincia di Viterbo) città di cui è sindaco dallo scorso giugno, inaugura quello che è stato già definito «il più bel museo della Tuscia».
Sede del museo è Palazzo Doebbing, di proprietà della Curia, e domani ad inaugurarlo, alle 17,00, oltre al vescovo di Nepi, Sutri e Civita Castellana, Romano Rossi, ci sarà anche il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti; a seguire, alle 18,30, il concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio, offerto, per volontà del presidente Emmanuele Francesco Maria Emanuele, dalla “Fondazione Cultura e Arte”. Ingresso libero.
L’apertura al pubblico, invece, è prevista per sabato 15 settembre dalle 10.30. Ulteriori informazioni sul Museo all’indirizzo museopalazzodoebbing.it
«Il museo – spiega Sgarbi – prende il nome da Joseph Bernardo Doebbing, nato a Munster nel 1855. Nel 1874 prese i voti nel convento dei frati minori di Warendorf, alunno della provincia di Sassonia. Nel 1875, a causa dell’espulsione dei Francescani e dei Gesuiti dalla Germania, fu costretto a trasferirsi negli Stati Uniti e si ordinò sacerdote nel 1879; lettore di filosofia e teologia, fu poi professore di filosofia nel seminario di Cleveland. Nel 1881 fu richiamato in Germania, e poi si trasferì a Quaracchi (Firenze) dove lavorò alla pubblicazione delle opere di San Bonaventura. Nel 1883 fu nominato professore di filosofia al Collegio irlandese di San Isidoro a Roma, e qui lavorò alla riforma degli studi filosofici e teologici. In un soggiorno a Capranica conobbe la Tuscia. Nel 1900 fu eletto vescovo di Nepi e di Sutri».
Cosa ospita il Museo
Il Museo ospita, oltre ad capolavori della Tuscia, dipinti “ospiti” di grandi maestri, in armonia con i luoghi, a partire dall’«Idillio verde» di Giuseppe Pellizza da Volpedo, di cui quest’anno ricorre il centocinquantesimo anno dalla nascita, proveniente dal museo civico di Ascoli Piceno.
«La presenza di Pellizza da Volpedo, nella sua duplice essenza romantica e rivoluzionaria – spiega Sgarbi – rappresenta l’augurio perfetto per il Rinascimento della città».
In attesa di una disposizione museale, verrà trasferita a Palazzo Doebbing una parte dell’Antiquarium di Sutri, con il celebre Efebo, mentre vi troveranno ricovero le opere più a rischio del patrimonio della diocesi, in questa circostanza oggetto della grande e luminosa mostra «La bellezza di Dio. Tesori d’arte sacra nella Tuscia»: preziosa selezione di dipinti, sculture, oggetti, provenienti dal territorio della Diocesi di Civita Castellana, che documentano l’importanza del patrimonio di arte sacra, dal raro cofanetto in avorio di Civita Castellana, ai capolavori di Antonio da Viterbo, Sano di Pietro e Antoniazzo Romano e altri maestri dalle Chiese di Orte, Nepi, Monterosi, Gallese, Castel Sant’Elia, Capranica, Bassano Romano, Trevignano, Sant’Oreste, Ponzano, Mazzano, Capena, Campagnano, Bracciano, principali località della Tuscia.
Altri spazi espositivi saranno destinati alle fotografie di Wilhelm Von Gloeden in dialogo con i dipinti di Roberto Ferri. Il dialogo sarà sotto l’insegna di «Kouros”. Così come quello di Luigi Serafini e di Matteo Basilé nell’accostamento di «Icone» della natura e dell’uomo con storia e monumenti immaginati per un’archeologia senza tempo. Serafini riporterà a Sutri una fantastica «Altalena etrusca».
Il Museo ha il sostegno e il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri, dei ministeri dell’interno, dell’Economia, dello Sviluppo Economico, dell’Istruzione, dell’ambiente, dei Beni culturali, e della Fondazione Terzo Pilastro.