Aversa. Pakistano violenta due minori al Parco Pozzi
Violenza ai danni di un ragazzo minorenne. E’ quello che si è verificato nel pomeriggio all’interno del Parco Pozzi. Il tutto è successo in pochi minuti. Inizia tutto poco prima in via San Francesco di Paola dove l’immigrato, ospite saltuario della locale Caritas ma bazzicante coi senzatetto sotto al porticato di un condominio, ha adescato il minore con una scusa portandolo all’interno del parco cittadino. Una volta arrivati alla fontana centrale ha tentato violenza sessuale sul ragazzo che successivamente si è divincolato dalla morsa del migrante ed è scappato. La macabra scena è stata ripresa dalle telecamere comunali. Una volta tornato a casa, il giovane si è confidato con la mamma che immediatamente ha sporto denuncia alla Stazione dei Carabinieri di Aversa.
I militari aversani coordinati dal neo comandante del Reparto Territoriale, tenente colonnello Donato D’Amato, hanno rintracciato l’uomo che vagava per le vie cittadine. Successivamente è stato riconosciuto dal ragazzino dopo un confronto ‘all’americana’.
Però l’uomo non è nuovo a tentativi di aggressioni sessuali visto che in serata presso la caserma cittadina si è presentata una ragazzina minorenne che prendendo coraggio ha raccontato come lo stesso, qualche giorno fa, ha cercato di palparla mentre si trovava proprio al Parco Pozzi.
I due minorenni sono seguiti dai psicologi del Tribunale dei Minori. C’è grande riserbo e riservatezza sui nomi dei due ragazzi. Il pakistano è stato fermato con l’accusa di violenza sessuale (art. 609 bis Codice Penale) ed è detenuto nel carcere di Poggioreale – Napoli: rischia 10 anni.
Intanto alcuni condomini dello stabile, sito in via San Francesco di Paola, hanno raccontato che il pakistano arrestato spesso molestava gli abitanti e si mostrava con i genitali fuori. I condomini, esasperati, hanno spesso denunciato la situazione igienico sanitaria gravissima anche a mezzo dell’amministratore di condominio. Il Comune è stato più volte invitato ad applicare il daspo urbano. Effettivamente se fosse stato applicato il daspo urbano, ora non staremmo discutendo della macabra storia che segnerà le due giovani vittime del “mostro di Aversa”.