Capua. Dimissioni di Centore, Affinito: “Non ho mai chiesto un posto in giunta”

«Assisto devastata al fuoco incrociato tra sindaco e consiglieri, a riprova dei problemi di incomunicabilità che hanno caratterizzato la nostra amministrazione sin dai primi giorni di insediamento. Abbiamo ereditato una situazione non semplice, che non ha facilitato l’amalgama tra eletti (provenienti da una miriade di liste civiche) e sindaco, espressione della società civile. Le difficoltà ci hanno messo a dura prova; mi riferisco ad esempio alla scarsità di risorse, anche per gli interventi ordinari, e alla necessità di riorganizzazione degli uffici comunali. In ordine a quanto dichiarato alla stampa dal mio sindaco, non mi sento chiamata in causa in quanto non ho mai perseguito interessi personali, non ho mai chiesto un posto in giunta e non ho mai boicottato né il primo cittadino, né i colleghi consiglieri». Loredana Affinito, consigliere comunale di Campania libera Capua.
«Malgrado non abbia ricevuto il sostegno più volte richiesto, tranne che per i primi 6 mesi di vita amministrativa in cui mi è stata affidata la delega ‘Capua in Europa’, non mi è stato più dato alcun  compito, anche se da me richiesto. Non mi sono mai arresa, forte della mia buona fede e dell’amore verso la mia città, portando avanti, non senza difficoltà, progetti e azioni per la valorizzazione turistica di Capua, oltre a drenare finanziamenti regionali. Tutto sicuramente perfettibile potendo disporre di risorse, macchina amministrativa ben organizzata e condivisione politica, elementi che purtroppo sono mancati in questi anni. Un uomo delle istituzioni da solo non può amministrare una città di 18mila abitanti senza una concreta condivisione politica. Il consigliere comunale, espressione della volontà dei cittadini non può essere relegato ad un ruolo marginale, essere unicamente strumento di ratifica delle altrui decisioni, ma ha ricevuto delega per proporre e lavorare nell’interesse della comunità e non di subire gli eventi. Ho apprezzato il gesto del sindaco di essersi dimesso perché due anni sono un tempo sufficiente per rodare la macchina amministrativa e creare uno spirito di gruppo. Mi appello al senso di responsabilità del primo cittadino e di noi consiglieri comunali, affinché si provi almeno ad effettuare un tentativo per superare questo impasse, che sta di fatto gettando nel baratro la città. Auspico ruoli ben definiti per noi consiglieri nell’ambito di un programma politico chiaro e condiviso con il supporto di una giunta espressione della volontà degli elettori. Non c’è più tempo per continuare ad addossarci vicendevolmente responsabilità, azzeriamo tutto, azzeriamo rancori e dissidi, impariamo a comunicare e, nel bene della città, assolviamo al mandato ricevuto dai nostri elettori in alternativa andiamo casa, consapevoli che il fallimento della giunta Centore, è il fallimento di tutti».
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Redazione

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