Carinola. Grimaldi attacca il Sindaco: “Ma furono Di Maio e Nardelli a non votare delibera Forum Giovani”

“Testa alta, audacia e forza”. Sembra un motto della brigata Sassari, ed invece è l’urlo di battaglia della Rosa Di Maio che non ti aspetti. Che ruba la scena della politica locale, prevalendo su due altre notizie che pure, nelle stesse ore, erano clamorosamente riecheggiate: la chiusura della sede regionale del PD per mancanza di iscritti e di fondi, e l’ennesima defezione di consiglieri comunali dai ranghi di Forza Italia nella nostra provincia, partito rispetto al quale, la cura Magliocca, assume sempre più i tratti di una dieta dimagrante. La sortita della Di Maio ha fatto però talmente rumore che persino i più scettici si sono dovuti ricredere. Altro che lady tutta pacche sulle spalle e ringraziamenti a go go! Nell’ ormai ex Assessore ai lavori pubblici, è pacifico, vive (e lotta con lei) uno spirito guerriero degno dei 300 di re Leonida. L’occasione per esibirlo è stata data da un post di Giuseppe Grimaldi, ultimo della nidiata che cresce all’ombra del garafono di Caldoro (leader in disgrazia). Il giovane esponente di Forza Italia si chiede, legittimamente, come sia stato possibile che a Carinola si sia calpestata la volontà popolare. Come sia potuto accadere che il sindaco abbia nominato( a costo zero) nel suo staff un tipo ingombrante come Mario Tuozzi, la cui figlia, Giiusy, è finita addirittura in giunta, senza tener conto di tanti giovani e professionisti che muoiono dalla voglia di coadiuvare il primo cittadino nell’esercizio delle sue funzioni. Domande a cui la Di Maio ha di fatto risposto con un secco:” è pseudopolitica”. Spingendosi poi ad avvertire, con piglio vagamente minatorio, che il gruppo “Di Maio – Nardelli – Giacca”, non si fermerà, sic! Arruolando d’ufficio al gruppo, la cui missione è tutta da comprendere, Franco Giacca. Per carità, il puntuale like di Salvatore, figlio di Franco, suona come una autorizzazione a poter disporre della posizione del padre. Ma proprio su questo punto sorge spontanea qualche considerazione.Già.Perché se Giuseppe Grimaldi ravvisa, nel neonato gruppo “Carinola 2021”, i segni di una ambizione elettorale, del resto “nomen omen” ammonivano i romani, non ci si può non chiedere quale destino riguarderà Franco Giacca. Al momento, lo sappiamo impegnato in una spossante spola, in turnazione col figlio , tra i due garafoni. Quello di destra e quello di sinistra, nella speranza, oggettivamente remota, di poter ricevere un accreditamento duplice e di prospettiva. Fossimo in lui, rifletteremmo sulla asfissia che ha colpito il primo, fatalmente destinato al rinsecchimento. E il blocco della produzione della fabbrica dei sindaci, metoforicamente identificabile col secondo, il garofano di sinistra, che ad oggi ha sfornato solo un ibrido extralusso, nel lontano 2008, senza più riuscire a ripetersi: Gennaro Giovanni Mannillo.Resta il punto del post: perché Tuozzi staffista? E qui purtroppo c’è un non detto che accomuna il giovane Grimaldi al più scafato Nardelli, protagonista di una recente uscita maldestra. Se si voleva attaccare il sindaco Russo, infatti, accusandolo di non aver tenuto conto di tanti giovani,professionisti e non, che pure nella sua segreteria sarebbero approdati di gran carriera, va precisato che cosi non è. A provarlo, soccorre una delibera di Consiglio comunale, dall’oggetto inequivoco, datata 27.07.2018: “FORUM DEI GIOVANI E DELLE PROFESSIONI” e che, nel far risplendere la grande attenzione che Antonio Russo non ha mancato di dedicare ai suoi giovani professionisti concittadini, si abbatte come un macigno sul malaccorto Giuseppe Grimaldi, smentendolo impietosamente. Ma c’è di più. Sapete chi quella delibera non l’ha votata? Boom! Rosa Di Maio e Antonio Nardelli, entrambi assenti. Pleonastico aggiungere riflessioni di sorta. Sul reclutamento di Giusy Tuozzi in giunta,va invece notato che quando la giovane consigliere, cui va riconosciuto il coraggio di aver abbandonato un PD evidentemente ritenuto impotabile, ha cominciato a votare con la maggioranza, financo il piano triennale delle opere pubbliche afferente le deleghe della Di Maio, nessuno degli schifati di oggi si è preoccupato di prendere le distanze, anzi. Ne deriva che più che di fronte ad un ribaltone, di cui ci si lagna, ci troviamo al cospetto di uno sgraziatissimo caso di autoribaltamento.

Franco Esposito

Redazione

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