Castagne, Coldiretti Campania denuncia: ‘Speculazioni su muffe per far crollare i prezzi’

“Dopo il parassita cinipide ora i nemici delle castagne sono gli speculatori”. Così Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania, denuncia l’allarmismo diffuso sulla presenza delle muffe nelle castagne, che sta mettendo in serio pericolo un comparto che si sta risollevando a fatica da una piaga biblica.

“Ci chiediamo – incalza Loffreda – a chi giova raccontare che le castagne della Campania sono marce e inutilizzabili? Tra poco cominceranno ad arrivare le castagne dalla Spagna e dal Portogallo e suona sospetto l’intervento di chi dichiara la presenza diffusa del marciume nei frutti. Il problema esiste evidentemente, a causa di una stagione metereologica caratterizzata da abbondanti piogge. Tuttavia i castanicoltori stanno già adottando gli strumenti per limitare il danno, adottando la raccolta precoce del prodotto a terra, il conferimento giornaliero, il non utilizzo di contenitori e ambienti che aumentano umidità e temperatura, la trasformazione e la lavorazione in giornata, la diversificazione delle fasi di selezionatura del prodotto e i test di presenza continui. L’allarmismo rischia di compromettere gli sforzi per garantire prodotti alta qualità. Coldiretti invita l’agroindustria e a tutti gli attori della filiera a fare il massimo sforzo per difendere le castagne di qualità, isolando i tentativi di far crollare i prezzi. Se i buyer non ritirano il prodotto, la situazione diventa drammatica. L’appello che facciamo ai consumatori è di acquistare castagne italiane e di chiedere la provenienza anche nei trasformati.

Così come ci fu un gara di solidarietà nell’acquistare il Parmigiano spaccato dal terremoto in Emilia e le Melinda colpite dalla grandine, Coldiretti Campania invita i consumatori a difendere e ad acquistare le castagne campane, un prodotto di qualità e dal grande valore ambientale”: La castanicoltura regionale – spiega Coldiretti Campania – vive un disagio, superata la fase del cinipide, dovuto a diversi aspetti tra cui le forti escursioni termiche, i venti e la presenza della muffa. Quest’ultima è stata generata da un’annata non particolarmente felice e caratterizzata da eccesso di umidità. Da precisare che non esistono ad oggi sul mercato macchine in grado di rilevare la presenza del marciume interno e quindi i test vengono effettuati meccanicamente attraverso il sezionamento delle castagne. La produzione sarà comunque del 20/30% rispetto al potenziale, secondo stime attuali ma non definitive perché la raccolta è in corso. La muffa colpisce tra il 10 e il 30% della raccolta. Questo aspetto è molto preoccupante perché richiede uno sforzo notevole da parte degli attori della filiera castanicola per poter garantire al consumatore finale un prodotto che rispecchia gli standard di qualità. Infatti tutti gli operatori, dai castanicoltori agli artigiani e ai trasformatori, si stanno adoperando al massimo per attuare tutte quelle tecniche e attenzioni necessarie per limitarne la presenza. Le escursioni climatiche – sottolinea Coldiretti Campania – deve stimolare una riflessione nel castanicoltore, che deve fare un passo decisivo verso una gestione innovativa del proprio frutteto, con tecniche mirate a rafforzare la fisiologia della pianta e a limitare al massimo tutte le patologie che una pianta debole non riesce a contrastare. Va anche evidenziata l’importanza che riveste la biodiversità del castagno per l’ecosistema e l’enorme sforzo fatto con la lotta biologica al cinipide.

La Coldiretti chiede ai castanicoltori di non mollare adoperando le tecniche agronomiche necessarie e mette a disposizione tutta la consulenza tecnica necessaria. Coldiretti Campania, infine, si sta già attivando presso la Regione per chiedere di continuare a supportare il comparto, attraverso azioni di conclamazione della calamità e attraverso la creazione di un tavolo fitosanitario in grado di stimolare e supportare i Ministeri preposti alla registrazione di prodotti fitosanitari che possano aiutare a difendere i castagneti sia per l’agricoltura integrata che biologica.

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Redazione

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