Napoli. Minacce di morte a Francesco Mangiacapra: inizia il processo

Francesco Mangiacapra sarà di nuovo sul banco degli accusatori, questa volta non per puntare il dito contro qualche prete corrotto ma in un processo penale che lo riguarda in prima persona come vittima di minacce di morte e di un tentativo di aggressione subiti da parte di G.R., già rinviato a giudizio.

«Ancora una volta il mio assistito Francesco Mangiacapra è stato diffamato, minacciato e aggredito fisicamente», commenta l’avvocato penalista Giuseppe Pappa del foro di Napoli, esperto di reati telematici, che per conto di Mangiacapra ha sporto diverse querele per le minacce ricevute in più occasioni dall’escort napoletano:  «Il 16 ottobre inizia il processo per accertare la verità e punire i colpevoli della prima delle diverse minacce di morte che Mangiacapra ha ricevuto a seguito delle sue denunce sociali e, soprattutto, per comprendere se queste minacce siano legate a qualche specifico mandante».

Mangiacapra, abilitato alla professione di avvocato, ha più volte dichiarato pubblicamente di aver preferito prostituirsi più che svolgere la professione forense “preferendo vendere il corpo per non svendere il cervello”.  Protagonista in passato di numerose pubbliche accuse – tutte rivelatesi fondate – contro la corruzione sessuale di sacerdoti del sud Italia ma non solo, Mangiacapra è  celebre anche per  il caso di “don Euro”, al secolo don Luca Morini, oggi ridotto allo stato laicale e rinviato a giudizio insieme al vescovo Giovanni Santucci per una lunga serie di reati penali a sfondo economico e sessuale di cui Mangiacapra è il principale accusatore e per i quali si è costituito parte civile.
Pochi mesi fa aveva dato scandalo il suo dossier su una cinquantina di preti gay, molti dei quali attualmente sono inspiegabilmente spariti dalle proprie parrocchie per presunti motivi di studio o sono stati ridotti a presbiteri diocesani senza incarico. Il caso è arrivato ance sulle pagine del New York Times, dopo aver coinvolto anche un prete tedesco, attualmente sotto processo ecclesiastico.

«Non mi interessa accusare nessuno, sarà la giustizia penale del Tribunale di Napoli a fare chiarezza sulla natura delle minacce che ho subito», si limita a commentare l’interessato.

Redazione

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