Sant’Arpino. Adesione Acquedotti ScpA, Boerio: “Giustificare rincaro? Diranno che è acqua santa”
Si è tenuto ieri a Sant’Aprino, martedì 30 ottobre, un infuocato consiglio comunale, che ha visto all’ordine del giorno l’adesione alla Società Acquedotti ScpA.
A votare contro e a manifestare il proprio dissenso è stata la consigliera indipendente di opposizione Iolanda Boerio, che ha dichiarato: «E’ vergognoso che si sia deciso di mercificare l’acqua, condannando il futuro di tutti noi. Di questo passo per giustificare i rincari ci diranno che è acqua Santa, cercando di “darci a bere” anche questa menzogna. Proprio per le tante frottole ho deciso, dopo aver detto tutto quello che c’era da dire a riguardo, di abbandonare l’aula in segno di protesta. Con me hanno lasciato il consiglio anche altri consiglieri di opposizione e diversi cittadini infuriati. Assente “giustificato” è stato invece, Mimmo Iovinella, per l’assessore che fa parte del cda del Consorzio Idrico è stato infatti, difficile raggiungere la casa comunale avendo due piedi in una scarpa.»
La Boerio continua: « E’ evidente che tutto il sistema ha come obiettivo di fare gli interessi di privati e non della pubblica utilità. La Società farà ricorso a mezzi propri, ma poi quando cesserà la convenzione tra 30 anni, sarà il comune – a spese delle nuove generazioni – a pagare. Considerando che si tratta di un contratto di comodato che prevede di concedere i nostri impianti, ho chiesto, senza ricevere alcuna risposta in merito, se stiamo cedendo a privati il patrimonio comunale. E’ assurdo inoltre, sottoscrivere un contratto di concessione senza assicurarsi un incasso certo, ma calcolato in percentuale sul fatturato di vendita. Mi chiedo e ci chiediamo tutti, visto che la società è un soggetto privato, come farà il comune a controllare il fatturato della vendita dell’acqua che sarà alla base della percentuale da stimare? praticamente è come se stessimo fittando un locale commerciale ad un ristorante che ci pagherà in base alla sua capacità di lavoro. Chi di noi lo farebbe? Mi pare chiaro che il proprietario non dovrebbe condizionare il suo ricavo in funzione della capacità imprenditoriale dell’inquilino, perché in questo caso sarebbe da considerarsi socio. Ma non credo che il Comune, nella persona dei suoi rappresentanti, voglia sottoporsi al rischio imprenditoriale, senza avere potere decisionale. A questo punto non era meglio lasciare la gestione al comune?.»
«Infine, – conclude la consigliera indipendente – riguardo alle modalità di riscossione la Società, in caso di ritardato pagamento dalla data di scadenza della bolletta, applicherà una penale fissa del 2% per i primi 15 giorni di ritardo, e del 4% più interessi di mora per i giorni successivi. Qualora il periodo di mora dovesse eccedere i 60 giorni sarà facoltà del Concessionario procedere all’interruzione della fornitura regolare. Ma hanno dimenticato che il decreto del presidente del consiglio dei ministri del 29 agosto 2016, ha deciso di diversificare il trattamento in base alle tipologie di utenza (domestiche residenziali, seconde case, commerciali) e di tutelare in ogni caso i soggetti che sono in condizioni socio-economiche disagiate. A questi ultimi sono infatti garantiti in ogni caso 50 litri di acqua al giorno per persona. L’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico ha compito di disciplinare nel dettaglio la materia. In primo luogo deve individuare le “condizioni di documentato stato di disagio economico-sociale” in base alle quali gli utenti che non sono in regola con i pagamenti hanno diritto ai 50 litri di acqua a persona.»