Motori. Rinasce il marchio Garelli
Due imprenditori riccionesi vogliono rilanciare la Garelli, storica casa motociclistica fondata un secolo fa, partendo dalla produzione del ‘Ciclone’, rivisitato in chiave green. Sono Andrea Casadei e Giacomo Galeazzi, soci (con Maurizio Setti, titolare della griffe Manila Grace) della sammarinese Armony, specializzata in produzione di bici elettriche, che ha siglato un accordo con la Finsec, un contratto d’affitto che in pochi anni dovrebbe sfociare nell’acquisto.
“La nostra società – spiega Galeazzi all’edizione riminese del Resto del Carlino – produce un’ampia gamma di bici elettriche dal 2005, così abbiamo deciso di lanciarci in questa nuova avventura. Abbiamo trattato con Paolo Berlusconi (A cavallo tra gli anni novanta e il primo lustro del nuovo millennio il marchio Garelli è stato utilizzato per commercializzare in Italia ciclomotori e scooter di varia produzione asiatica, per poi essere acquisito nel 2006 dalla Finsec srl, società controllata dalla holding di Paolo Berlusconi che fonda la Nuova Garelli S.p.A., con lo scopo di commercializzare in Europa scooter di progettazione italiana e produzione cinese – ndr), stipulando un contratto d’affitto che, anche attraverso il versamento di royalty, prevede l’acquisto finale del marchio. In trattativa c’era anche un gruppo asiatico, ma alla fine siamo riusciti ad aggiudicarci l’affare”.
La contrattazione – aggiunge Galeazzi – “è partita a fine luglio, ma davanti al notaio siamo arrivati solo a poche ore dall’inizio di Eicma, il Salone della moto a Milano, dove nel nostro stand Garelli abbiamo presentato la moto con grande successo. Abbiamo rimesso in produzione il ‘Ciclone’, uno dei ‘tuboni’ più noti degli anni ’70, venduto dalla Garelli per 25 anni. Lo abbiamo rifatto in quattro versioni, compreso il vintage, mantenendo lo stesso telaio, ma con parti futuriste, motore elettrico, batteria al litio, non inquinante, esente dal bollo, assicurazione al 50% e utilizzabile anche nelle ztl”.
Gli stampi del telaio in alluminio e dei cerchi vengono fatti in Cina, il motore è Bosch, le batterie sono Samsung, mentre tutte le altre componenti, nonché l’engineering e lo sviluppo, sono italiani: “Il primo assemblaggio avviene in Cina, da marzo in poi lo faremo in Italia. Stiamo scegliendo tra Veneto ed Emilia-Romagna”. La vostra azienda si amplierà? “Abbiamo dieci dipendenti, strutturati per l’Armony capogruppo, e 12 agenti: ora apriremo un nuovo segmento per le concessionarie di moto”.
(ANSA)