Napoli. Caso istituti tecnico-professionali, Ordine Periti – UGL Scuola: “Docenti tessili senza titolo: intervenga MIUR”
“Da una prima verifica condotta dell’Ordine dei Periti Industriali di Napoli risulterebbero non pochi i docenti in Tecnologie Tessili convocati e assunti dagli istituti tecnico-professionali senza il titolo abilitativo previsto per legge, classe di concorso A044. Serve dunque chiarezza e un immediato riscontro da parte del Miur e degli Uffici scolastici regionali”. Così Corrado Delizia, della Commissione Tessile dell’Ordine dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati della provincia di Napoli a margine di un incontro svoltosi oggi sul tema con la segretaria regionale campana dell’UGL Scuola Eliana Troise.
“C’è una sostanziale disapplicazione delle indicazioni sui titoli di accesso stabilite dalle linee guida ministeriali da parte dei dirigenti scolastici – spiega Eliana Troise – e, come sindacato, già da tempo accompagniamo nella richiesta di accesso agli atti e nei ricorsi quei docenti che si sono visti scavalcare nelle graduatorie da colleghi laureati ma senza nessun titolo di accesso specifico all’insegnamento di questa disciplina”.
Per Delizia “atteso che è oramai acclarato che solo il diploma di Perito Tessile può consentire ai laureati l’accesso alle graduatorie di questa materia, è evidente che l’insegnamento senza titolo, e questo vale anche per gli Itp della classe di concorso B018, nega il diritto all’insegnamento a chi è realmente abilitato ed ha sostenuto l’esame di Stato ed è quindi regolarmente iscritto all’Ordine professionale e, cosa altrettanto grave, lede, proprio per l’assenza di una specifica preparazione, il diritto degli studenti a conseguire le specifiche competenze”.
“Si tratta di una situazione inaccettabile sulla quale è doveroso intervenire con rigore e tempestività”, aggiunge la segretaria regionale della UGL Scuola. “Anche perché, – conclude – a differenza dei dirigenti scolastici, che in caso di ricorso, magari davanti al giudice del lavoro, vengono assistiti gratuitamente dall’Avvocatura dello Stato, gli aspiranti docenti, spesso precari anche dal punto di vista economico, sono costretti ad affrontare spese legali non indifferenti”.