Villa di Briano. Tari 2018, Fuori Rete: “Guerra aperta tra cittadini e Comune”
Nelle scorse settimane, su disposizione dell’amministrazione comunale, o ciò che né rimane, la “Sogert” società concessionaria per la riscossione tributi in forza del comune, ha fatto recapitare ai contribuenti le bollette per il servizio di raccolta rifiuti solidi urbani. Tra le diverse tipologie degl’avvisi di pagamento Tari 2018, è facile riscontrare una serie di difformità che per effetto della determinazione di calcolo, ultima per convertirsi in rincari sproporzionati che finiscono per disarticolare oltre la richiesta pagamento una sorta di evidente velata pretesa, quasi in formula imbonimento per un servizio non prestato, o prestato solo a singhiozzo. L’amministrazione cittadina, della piccola cittadina dell’agro aversano, nei fatti, in barba ad ogni metodo e ordinanza che regola tale materia, sembra sia finita per richiedere il pagamento di una tassa per un servizio inefficiente, al collasso, che finisce per aver messo in ginocchio un intero paese sotto accumuli di sacchetti per settimane intere non ritirati. Una eterna questione che per volontà e capacità, ultima per chiamare in causa il governo cittadino che paradossalmente sembra non riuscire a trovare una specifica definitiva soluzione ad un emergenza consumata in una sequela di ordinanze d’interventi di raccolta straordinari, tanti e tali che oltre il limite, addirittura, finiscono per far saltare, cancellare tutti i protocolli di legge e con esso anche gli schemi di un ciclo di raccolta particolareggiata, classificazione e differenziazione dei rifiuti. Troppi rifiuti in strada e le bollette salate, sono la prova inconfutabile di un dilettantismo politico che decreta uno stato di impotenza, un limite di sopportazione, d’inefficienza non solo di un servizio raccolta, ma anche di una macchina di maggioranza, ormai ridotta al minimo termine per beghe, fratture e scissioni interne che non riesce a portare il paese oltre alle chiacchiere, fuori dal una stasi destinata a cambiare il rapporto tra contribuente e amministratori locali.
Quello dell’emergenza rifiuti è i rincari delle spese dei costi di un servizio non reso, è un problema che segnala all’attenzione mediatica il raggiungimento massimo del limite di sopportazione, che nelle ultime ore porta a battesimo “Fuori Rete”, un comitato cittadino. Un’alleanza libera, un’aggregazione spontanea che nel nome indica un taglio trasversale netto alla politica locale. Un punto di partenza e non di arrivo, fornisce i presupposti per l’inizio di un diverso modo di concetto “Comune” che per effetto di fatto e per diritto, muove una vera e propria guerra tra cittadini e comune. Non a caso, dal neo comitato cittadino, attraverso il portavoce Raffaele Della Corte (in foto a sx),ci tengono a precisare e far sapere che punto prioritario della piattaforma organizzativa, da giorni, abbiamo dato corso ad una serie d’istanze e ricorsi mirati all’annullamento per difformità e irregolarità degli avvisi Tari 2018.
“Lo testimoniano le immagini che sempre più spesso immortalano pattumiere colme oltre ogni limite, strade sporche e cumuli di sacchetti di spazzatura abbandonati sui marciapiedi e non solo, al punto che viene da chiedersi a che serve pagare la Tari, la tassa sui rifiuti, ossia il corrispettivo che il Comune chiede a fronte di un servizio di raccolta, differenziazione e smaltimento dell’immondizia non reso o reso solo ad intermittenza. E, infatti, qualcuno a questa domanda, sarà chiamato a dare presto una risposta. Si va sempre più facendo strada con chiarezza il concetto giuridico secondo il quale il pagamento della Tari, è legato all’effettivo espletamento del servizio di raccolta della spazzatura”. Dichiara Raffaele Della Corte, portavoce del neo comitato cittadino ‘Fuori Rete‘.
“In parole povere se l’immondizia resta a terra, sui marciapiedi o nelle pattumiere o per strada, il contribuente ha diritto a una riduzione della Tari, se non a una sua totale decurtazione. La fotografia del paese, ci obbliga a denunciare e portare a conoscenza finanche alla Corte dei Conti, il danno fatto al cittadino, che oltre il grave disservizio per la mancata raccolta dell’immondizia, e la situazione di carenza igienico – ambientale, con l’emissione degli avvisi di pagamento termina con la pretesa del pagamento di una tassa dietro alla quale, finisce per manifestarsi, rifugiarsi una velata ipotesi di imbonimento”.
Un battaglia che preannuncia un iter lungo e complicato che parte dal singolo contribuente che decide d’associarsi, per poi aprire un contenzioso fiscale con il Comune, chiedendo esplicitamente che la Tari gli venga dimezzata o annullata, a fronte del disagio subito.
“Il Comune e l’amministrazione comunale si rendano conto che oltre le chiacchiere, le frottole vendute a buon mercato e il dolce far niente, questa volta, la pacchia è veramente finita. I servizi fatti pagare ai cittadini devono essere svolti con puntualità e correttezza a pena del rimborso, del danno subito come nel caso della raccolta e smaltimento dei rifiuti che chiamando in causa l’ordinanza di cassazione 22531/2017 e le diverse sentenze delle commissioni tributarie di Vibo Valentia e Roma, finisce per lanciare un vero e proprio monito agl’amministratori locali. A questi, l’invito è quello di leggere e comprendere le motivazioni contenute nell’ordinanza e nelle sentenze, prima ancora di prendere spunto, trattare e gestire il caso di grave disservizio nella raccolta dei rifiuti. Insomma, l’intento del comitato civico è sicuramente destinato per la sua azione d’urto a far trasformare il rapporto tra contribuente e amministrazione locale. Un’azione mirata e dettagliata, un’azione curata e studiata in ogni minimo particolare che fornisce tutti i giusti elementi base per dar voce e speranza, certezza e sicurezza ai tanti cittadini stanchi di subire pressione fiscale e disservizi senza averla mai vinta anche se l’auspicio più grande resta quello che i servizi dovuti al cittadino possano funzionare quotidianamente nel modo giusto a prescindere da iniziative di reclamo”.