Yemen. Amal muore a soli 7 anni e diventa simbolo della guerra

Amal Hussain è il nome della piccola bimba di soli 7 anni che è morta di sete e fame in Yemen all’interno di un campo profughi dove viveva a contatto con tante altre persone che tuttora  versano nelle medesime condizioni di crisi. La causa principale di questo profondo degrado in tali territori è data dalla presenza costante e distruttiva della guerra, di quegli scontri inaccettabili che stanno annientato le esistenze di svariate famiglie. La piccola è diventata purtroppo simbolo di questa condizione di guerriglia, testimonianza di quanto la violenza, l’odio e le contrapposizioni tra gli uomini possano essere solo ed esclusivamente fattori devastanti per l’intera umanità. Alla bambina non molto tempo fa era stata scattata una foto in cui si ritraeva tutta la sofferenza e il dolore con cui era costretta a vivere e questa stessa immagine era stata poi pubblicata lo scorso 26 ottobre sul New York Times provocando in un tempo immediato la reazione generosa di molte persone che hanno manifestato la volontà di voler contribuire con operazioni di beneficenza al fine di salvare quella creatura fragile. Per sfortuna la piccola non ce l’ha fatta a resistere ed è morta prima che dei concreti aiuti potessero salvarla.

È stata la stessa madre di Amal a mettersi in contatto con la redazione del giornale americano per comunicare la dolorosa notizia della sua morte con tono triste e preoccupato per la sorte degli altri figli che sono rimasti accanto a lei. La donna addolorata e sconvolta per la sua prematura scomparsa ha dichiarato che la sua bimba sorrideva sempre, definendo i tratti caratteriali di una bambina solare e vivace che però a quanto pare non somiglia affatto a quella che compare in quella struggente foto che la ritrae poco prima del triste decesso; è stata la guerra a ridurre l’esistenza e la gioia di quella piccola bambina in frantumi e sarà quella stessa guerra a distruggere altre famiglie se il tutto non avrà fine il più presto possibile. Gli scontri devono necessariamente cessare e solo allora si potrà sperare in un futuro migliore per tutti coloro che sopravvivono in quelle zone. Il fotografo che ha scattato la foto ha sentito il bisogno di intervenire e di raccontare quanto sia stato difficile e allo stesso tempo importante immortalare quell’immagine che per quanto dolorosa e angosciante può realmente esprimere la sofferenza di chi sopporta ogni giorno tale situazione devastante nella speranza di convincere gli uomini che continuano a combattere senza alcun tipo di scrupolo a smetterla di scontrarsi fino a trovare una pace fondamentale per tutti. La stanchezza che traspare da quel piccolo corpicino può smuovere delle anime e può far sì che la guerra giunga verso la sua fase finale. Così sarà salva la vita dei fratelli di Amal, della madre e di tutti gli altri abitanti dello Yemen e la morte di quel piccolo angelo non sarà stata vana.

Filomena Iuliano

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Redazione

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