Aversa. Rottura femore, nonnina operata a 100 anni

Dopo una rottura di femore in tre giorni è stata ‘rimessa in piedi’. Di per sé, non è una notizia se non per il fatto che la donna operata è una simpatica signora che lo scorso mese di ottobre ha compiuto ben 100 anni. La donna, ricoverata per una frattura pertrocanterica del collo-femore sinistro è stata affidata alle cure del reparto di Orto-Traumatologia, dove è stata operata dall’équipe composta dai chirurghi Achille Pellegrino, Direttore della U.O.C. di Orto-Traumatologia, Franco Di Fabio e dall’anestesista Nicoletta Pezone. A tre giorni dall’intervento la centenaria è stata dimessa in buone condizioni generali di salute camminando sulle sue gambe. Un risultato straordinario considerando l’età della nonnina. 

“Proprio in questi giorni, di concerto con Angela Maffeo, Direttore Sanitario del P.O., Rosa Raucci, direttore U.O.C. del P.S., Luciano Fattore, direttore U.O.C. di Cardiologia, Eufrasia Silvestro, responsabile della U.O.C. di Anestesia e Rianimazione e Angelica Cosentino, referente del Complesso Operatorio dell’Orto-Traumatologia, stiamo elaborando un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (P.D.T.A.) per il trattamento delle fratture del collo del femore così da ottimizzare il setting assistenziale e migliorare l’obiettivo aziendale di operare i pazienti over 65 affetti da frattura del collo del femore entro le 48 ore dall’accesso in Pronto soccorso come da Decreto Regionale 132 del 31/12/2013. Inoltre in collaborazione con Maria Antonietta Cervo, Annamaria CaiazzaPatrizia Leti e la Responsabile del Servizio di Fisiokinesiterapia della U.O.C. di Orto-Traumatologia del “Moscati” Annamaria Dello Iacono, abbiamo stilato un protocollo riabilitativo con modelli di “presa in carico” e di “dimissione protetta” dei pazienti affetti da frattura del collo del femore. Entrambi i percorsi, monitorati anche dai vertici aziendali Mario De Biasio, Direttore Generale, Arcangelo Correra, Direttore Sanitario, e Amedeo Blasotti, Direttore Amministrativo, a nostro parere, non solo sono indispensabili ai fini prognostici quoad vitam, stabilizzando quanto prima possibile queste fratture soprattutto negli anziani e “grandi anziani”, ma ancora più determinanti per la prognosi quoad valetudinem così da “verticalizzare” rapidamente questi pazienti, onde evitare un allettamento prolungato e, quindi, l’insorgenza di complicanze che il più delle volte possono rivelarsi fatali. Con il fast-track nelle 48 ore e il percorso di cura a domicilio di questi pazienti “fragili”, dunque, si garantisce una “continuità assistenziale”, riducendo la degenza ospedaliera ed evitando così un aggravio di costi diretti, indiretti e anche sociali”.

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Redazione

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