La cantautrice aversana Vincenza Purgato al Teatro Politeama di Napoli

Inizia ufficialmente questa sera, al teatro Politeama, la kermesse più attesa il Festival di Napoli, dove si porterà alla luce la canzone Napoletana della nuova generazione, con la direzione artistica di Massimo Abbate.

La cantautrice aversana Vincenza Purgato si esibirà domani, 6 dicembre, con la sua creatura “Acqua” estratta dal suo disco “Anima di Strega”. Ad accompagnarla ci saranno musicisti di grande spicco Giosi Cincotti alla fisarmonica e arrangiamenti; Ernesto Nobili alla chitarra elettrica; Edo Puccini alla chitarra classica; Emidio Ausiello alla percussioni e Davide Afzal al basso.

“Acqua è il grembo di tutte le altre 9 creature, è stata la prima creatura che ho scritto, nella notte di Natale di 3 anni fa, nella stessa notte di tanti anni prima persi mia madre. L’ho scritta di getto, scrivevo sui post-it, non avendo a disposizione un quaderno, poi ho messo in ordine le frasi, registravo sul telefonino la melodia che mi risuonava come una danza (successivamente rivista insieme al maestro Giosi Cincotti), ricordo come fosse ora l’emozione, sentivo un fermento dentro, ogni cellula del corpo che tremava, uno stato di grazia indescrivibile, è stato sempre cosi per ogni creatura che ho scritto, subito dopo è nata “Anima di Strega” che raccoglie l’intero progetto – dice la cantante –. Acqua l’ho sentito come un dono. E’ un brano viscerale, un eco dell’anima, una danza che non può non risvegliarti. Un richiamo agli istinti. Ti accorgi che proprio quando senti l’aridità e l’arsura di una deprimente mancanza arriva il sollievo, la leggiadria fresca che l’Acqua solo può donare, elemento di vita e di morte, le cui dosi stabiliscono il fluire delle esistenze e la fecondità del sostentamento. La donna è portatrice di amore e l’acqua come l’amore genera e cura, pronta ad accogliere, è il grembo dove tutto è pronto per essere portato alla luce. L’acqua ha anche un potere devastante per la paura collegata agli eventi catastrofici, ma gli stessi zunami accadono anche dentro di noi e arrivano per risvegliarci, ad un certo punto della vita siamo chiamati a fare i conti con noi stessi e lasciare andare ciò che non ci appartiene più, ma per farlo bisogna toccare il fondo, smuovere le acque nere per riemergere dalle paure, attraversare conflitti e dolori. Tutto è in continuo movimento proprio come l’acqua, accettare i cicli della natura Vita/Morte/Vita, per far si che ci sia Ri-nascita, con la certezza che tutto ritorni alla fonte. All’autenticità. L’amore unisce, non conosce limiti, non tiene conto delle diversità, culture e credo. Libero è colui che accetta i cambiamenti scegliendo sempre se stesso. L’amore è libertà “Acqua” è questo!“.

Redazione

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