Maddaloni. Lavoro a rischio per OSS: non rientrano nel Decreto Salva Precari
Questa mattina, all’interno di uno degli uffici dell’ospedale civile di Maddaloni, c’è stato un incontro tra gli OSS che ivi vi sono impiegati con la cooperativa ATI.
La cooperativa include in se tre agenzie di lavoro: la Quadrifoglio, Pellicano 2012 e Aido che con i suoi iscritti, hanno dato vita al consorzio ATI. Questa, organizza i dipendenti distribuendoli per qualifica che però sono pagati, nella fattispecie gli OSS (Operatori Socio Sanitari), dall’Asl, con un contratto Asl.
Il problema però, che non sono mai stati assunti a tempo indeterminato. Nonostante, negli anni, le 47 unità del nosocomio maddalonese, 162 in provincia di Caserta negli ospedali di: Piedimonte Matese, Marcianise, Santa Maria Capua Vetere, San Felice a Cancello e Sessa Aurunca avessero chiesto più volte di essere regolarizzati, è stato loro fatto tante promesse mai evase.
Tra questi vi sono anche alcuni, 33 solo a Maddaloni, che entrarono con una graduatoria di stabilizzazione nel 2005 ma non sono mai stati stabilizzati.
I lavoratori hanno dimostrato anche di essere delusi dalle varie sigle sindacali da cui sono stati seguiti ma che non hanno dato alcun seguito alle loro preghiere.
L’incontro si è svolto in modo democratico, ascoltando le idee di ognuno e ricordando che “uniti si può fare qualcosa ma divisi non si arriva da nessuna parte”.
Nonostante l’atmosfera tranquilla e i toni pacati, era palese invece, negli occhi di ognuno, la tensione per l’incertezza del futuro. Si tratta di madri e padri di famiglia che lavorano da anni nello stesso nosocomio.
Da quindici anni ininterrottamente nonostante la carenza del personale, fondi sempre più ristretti che hanno limato la paga degli infermieri che iniziarono con un guadagno mensile di 1200 euro per poi ritrovarsi con 500 euro mensili per molto tempo, essi sono stati sul posto, a svolgere il proprio lavoro, giorno dopo giorno.
Ora, a seguito della riforma Madia, grazie anche alla ministra pentastellata Giulia Grillo, che spinge per la stabilizzazione dei precari nella sanità, le Asl dovranno adeguarsi. E’ la risposta alle tante preghiere dei precari. Il problema è che le OSS della provincia di Caserta non rientrano nel Decreto salva precari.
Non sono riconosciuti come precari quindi a giugno dovranno lasciare il posto di lavoro. Seguiranno nuovi concorsi per coprire i posti che saranno lasciati vacanti dalle unità esonerate. Insomma, dopo aver maturato anni di esperienza che consente loro di avere tutti i requisiti richiesti, gli impiegati rischiano di perdere il lavoro.
Dunque è lecita la domanda: “non siamo stabilizzati, non siamo precari, cosa siamo?”. Qualcuno dovrà pur rispondere a questa domanda.