Mirafiori. FCA, 3mila in cassa integrazione. Sinlai: “Marchetta del Governo. Serve Stato autocratico”

E’ stato firmato il 3 dicembre, al Ministero dello Sviluppo Economico, l’accordo di riorganizzazione aziendale che coinvolgerà tutti i 3245 operai di Mirafiori (TO), che, a partire dal 31 dicembre, a turno, saranno in cassa integrazione per un anno.

Luigi Cortese, dirigente torinese del SINLAI (Sindacato Nazionale Lavoratori Italiani), ha censurato il provvedimento: “La Fiat, in previsione della riorganizzazione aziendale per produrre nuovi modelli, ha chiesto ed ottenuto dal governo la cassa integrazione per tutti i dipendenti dello stabiliemento di Mirafiori. La cosa viene passata come un necessario intervento per impedire licenziamenti massivi; la verità è che si tratta dell’ennesima marchetta ad una multinazionale, che vede finanziata una ristrutturazione con i soldi dei contribuenti italiani”.

Gli fa eco Giustino D’Uva, anche lui rappresentante nazionale del Sindacato Nazionale dei Lavoratori Italiani: “Per l’ennesima volta il governo, dietro minaccia di licenziamenti di massa, è costretto a finanziare la riorganizzazione produttiva di una multinazionale. FCA, infatti, ha annunciato che dal 2020 inizierà la produzione di nuovi modelli; intanto, però, a sobbarcarsi gli stipendi dei dipendenti sarà il bilancio dello stato, mentre l’azienda riscuoterà gli incassi della nuova produzione. Tutto ciò è emblematico di come le grandissime aziende, spesso straniere, siano sovraordinate rispetto ai governi nazionali, mentre i lavoratori non siano altro che inermi vittime del bieco capitalismo. L’unica soluzione è un governo autocratico che ristabilisca il primato della politica sulla finanza”.

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Redazione

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