Napoli. Confapi: “Pmi soffocate da carte bollate e da passaggi burocratici”
«Il documento “Campania Semplice”, contenente azioni per la semplificazione amministrativa e normativa, approvato dalla Giunta regionale, è un primo importante passo per affrontare uno dei grandi “traumi” che le Pmi campane devono affrontare ogni giorno: il confronto con una Pubblica Amministrazione lenta, impacciata e contraddittoria». A dirlo è Raffaele Marrone, presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli.
«Nel mio ruolo di presidente del Gruppo Giovani Confapi di Napoli parlo, quotidianamente, con giovani imprenditori costretti a uno sfiancante corpo a corpo con la malaburocrazia. Impossibilitati a poter programmare l’attività in mancanza di tempi certi alle istanze presentate. L’appello che lanciamo, in qualità di giovani imprenditori, è che si riducano i pareri, i visti, i passaggi tra le varie commissioni. Ciò non significa – attenzione – allentare i controlli ma rendere più efficienti ed efficaci i meccanismi che già esistono, senza inutili duplicazioni. Siamo sommersi dalle carte – prosegue Marrone –. Carte che compiliamo, su cui applichiamo bolli, e che notifichiamo ma che finiscono in un “buco nero”. Non sappiamo chi le leggerà, e soprattutto quando. Pensare che un funzionario dello Stato possa fare il bello e il cattivo tempo a tutto danno dello sviluppo del nostro territorio è una chiara sindrome di autolesionismo. Non possiamo, oggi, – sottolinea ancora il presidente Confapi jr – mentre il mondo sta cambiando anche a livello geopolitico, ipotecare il futuro dell’attuale e delle future generazioni per i mal di pancia di qualcuno che non vuole prendersi la responsabilità di firmare un atto e di fare, così, semplicemente il proprio dovere».
«Un altro aspetto su cui la politica dovrebbe intervenire, con la massima celerità, è quello relativo all’armonizzazione dei tempi e dei modi di gestione e disbrigo delle pratiche e sul “linguaggio burocratico” tra i diversi uffici. Ogni ufficio utilizza un proprio modo di interpretare e di rispondere. Ogni ufficio ha dei tempi differenti dagli altri. E il tempo, si sa, è denaro. Ma è anche e soprattutto – conclude Marrone – voglia di fare che se ne va. E che difficilmente torna».