(VIDEO) Il Napoli e l’Europa League: la storia nella competizione parla di un trionfo e tante delusioni

Delusione è la parola più corretta per quanto successo ad Anfield nella notte dei verdetti. Il Napoli è uscito dall’Inghilterra con una qualificazione sfuggita per un soffio, un gol, un pareggio, un solo passo verso la gloria. Il destino ha detto no, la sorte ha preferito un epilogo differente. Si chiude una porta, si apre un portone. La vita va così e nel calcio non ci sono eccezioni. Vincere la Champions sarebbe stato proibitivo, trionfare in Europa League è una possibile realtà. Gli azzurri possono e devono lottare per alzare al cielo un trofeo che in bacheca c’è, ma che manca dal 1989. Maradona e i suoi storici compagni furono gli unici in maglia azzurra a portare all’ombra del Vesuvio la tanto ambita coppa, non prestigiosa come quella dalle grandi orecchie, ma pur sempre di un certo spicco.

Ed ecco che troviamo il momento giusto per aprire il libro di storia, soffiare via la polvere tra le pagine e andare a ritrovare tutti i trascorsi napoletani in Europa League, anzi in Coppa Uefa. Con la vecchia denominazione, la squadra partenopea ha visto la sua prima partecipazione al torneo nell’anno 1971. L’esordio non fu positivo. La squadra si fermò subito, ai trentaduesimi di finale contro il Bucarest. Decisiva la sconfitta esterna per 2-0, dopo l’1-0 illusorio dell’andata. Altro giro d’Europa nella stagione 1974-75. Qui, il Napoli riesce a migliorare il suo storico. Superati trentaduesimi e sedicesimi, la corsa si arresta bruscamente agli ottavi contro il Banik Ostrava. Altro avversario non proprio di primo livello, nell’annata successiva, ferma gli azzurri ai trentaduesimi: la Torpedo Mosca. Stessa sorte nel 1975, ma nel 1978 ci pensa la Dinamo Tibilisi. Il riscatto arriva solo a metà nel 1979-80. Il Napoli passa contro l’Olympiakos ma perde ai sedicesimi contro lo Standard Liegi. Medesima sorte nel 1982-83, fuori per mano del Kaiserslautern. Trentaduesimi maledetti nel 1986, grazie all’eliminazione causa Tolosa.

Arriviamo al 1988. Il feeling con l’Europa e più in generale con la Coppa Uefa non esiste, ma il Napoli crede di poter far bene e non potrebbe essere altrimenti, specialmente in un periodo storico dove la parola, anzi il nome, è solo uno: Maradona. L’argentino trascina la squadra fino alla finale del 17 maggio 1989. Dopo aver battuto anche i rivali italiani della Juventus ai quarti, gli azzurri trionfano contro lo Stoccarda e alzano la coppa per la prima ed unica volta (2-1 all’andata – 3-3 al ritorno, ndr). Da lì in poi non arriva più nulla. L’era Maradona finisce, la storia in patria la conosciamo bene e l’Europa pian piano diventa storia antica e polverosa. Nel nostro periodo, tutto è cambiato. Il Napoli è di nuovo dove dovrebbe essere e il traguardo migliore del post 1989 arriva nel 2014-15. L’Europa League è ormai rinnovata e la cavalcata azzurra, iniziata ai gironi, si arresta bruscamente e clamorosamente in semifinale contro il piccolo Dnipro. Mai come in questa stagione, Ancelotti e la sua compagine possono nuovamente provare a trovare una compagna alla coppa del 1989.

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