San Marcellino. Bambini maltrattati dalle suore asiatiche: venerdì il processo ad Aversa

“Predica bene”, il nome dell’indagine e “Razzola male” aggiungiamo noi! Si dovrebbe chiamare “scuola materna” perché dovrebbe essere come una madre. Invece, quale madre minaccerebbe dei bambini di 4/5 anni con una sedia alzata a mo’ di arma contundente? Quale madre tirerebbe ripetutamente i capelli e li maltratterebbe?

Ci siamo occupati della questione fin dai primi momenti e, già allora, qualcuno, anche sotto le mentite spoglie di giornalista, cercò di impedirci di raccontare alla gente la verità dei fatti e delle circostanze. Ma ora  «Iacta alea est»… “il dado è tratto”, l’articolata indagine dei Carabinieri di San Marcellino è completa ed esaustiva. I Militari dell’Arma dei Carabinieri hanno reperito prove video incontrovertibili.

E’ prevista nei prossimi giorni l’udienza, presso il tribunale di Napoli Nord, del processo a carico delle quattro suore indagate per i maltrattamenti nei confronti dei bambini dell’asilo Santa Teresa del Bambin Gesù di San Marcellino. Il gip aveva disposto il giudizio immediato, l’avvocato della madre superiora e delle altre ‘sorelle’ (filippine ed indonesiane) ha scelto il rito abbreviato per le sue assistite, attualmente sospese dall’insegnamento fino a maggio 2019.

La vicenda è emersa a giugno di quest’anno dopo le indagini, condotte tra i mesi di aprile e maggio, scaturite dalle denunce presentate ai Carabinieri di San Marcellino da parte dei genitori di cinque bambini alunni della scuola – che, all’interno delle mura domestiche, avevano manifestato disagio e cambiamenti di umore chiaramente riconducibili a comportamenti subiti presso l’istituto scolastico. L’attività di indagine, condotta anche mediante l’utilizzo di videocamere, ha permesso di documentare documentare diversi episodi ai danni dei bambini.

Sempre dalle indagine dei carabinieri di Aversa e coordinata dalla Procura di Napoli Nord è emerso come una delle quattro religiose ha cercato di comprare il silenzio della mamma di una vittima quando ha scoperto che usava violenza sul figlio.

I nostri bambini hanno subito dei danni rilevanti, alcuni di loro sono in cura dai psicologi”. Parlano alcuni dei genitori dei sei bambini che hanno denunciato i maltrattati nella scuola dell’Infanzia Paritaria Santa Teresa del Bambino Gesù sita in San Marcellino (CE) alla Via De Paola nr. 18. Sono cinque famiglie praticamente distrutte e provate dagli eventi e dal comportamento riprovevole di coloro che avrebbero invece dovuto proteggere ed educare i piccoli. Le suore sono, una Italiana, due Filippine ed una Indonesiana. Tutte in servizio presso detta scuola materna.

Le famiglie offese dal reato hanno nominato il loro collegio difensivo formato dagli Avvocati Gabriele Piatto. Avv. Arcangelo D’Alessio e l’Avv. Luigi Bartolomeo Terzo.

Venerdì 7 dicembre 2018, alla sbarra compariranno le 4 suore “aguzzine” accusate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord per i reati di cui agli articoli 40 cpv, 81, 110, 572 per le tre suore straniere

SAPI Josie Tenorio nata nelle Filippine classe 1971; LOYOLA Djonler nato in Indonesia classe 1984; BARETE Genoviva nata nelle Filippine classe 1964 queste tre per aver in molte occasioni maltrattato i bambini che frequentavano l’asilo, con il concorso della madre superiora PORRARI ANNA, maltrattavano i minori offendendone il decoro e la dignità. Oltre che a strattonarli, schiaffeggiarli ecc. la Porrari minacciava ed offriva del danaro ad una delle mamme dei bambini per far si che non denunciasse: Stai zitta, non parlare, è una vergogna anche per te. io ti do i soldi basta che non dici niente, e poi ti assicuro che non succederò più”.Questa la frase, secondo la Procura del Tribunale Aversano, che la suora avrebbe proferito ad una della mamme per indurla a tacere. Tutti i fatti sono stati accertati tra il 04 Aprile 2018 e il 30 Maggio 2018

I fatti e le circostanze. In un primo momento si sono presentate spontaneamente presso i CC di San Marcellino, quattro genitori  madri dei figli minori (fascia di età 4/6 anni) che frequentano la scuola Santa Teresa del Bambino Gesù sita in San Marcellino (CE) alla Via De Paola nr. 18, che di fatto è gestita dalla Suore degli Angeli, sporgendo nella circostanza denuncia/querela per il reato di maltrattamenti subiti  dai propri figli, nei confronti delle maestre della scuola.

Successivamente si presentava presso la caserma anche un altro genitore il quale, nell’ambito delle medesime circostanze, sporgeva anch’egli denuncia/querela per il reato di maltrattamenti subiti dal figlio minore frequentante il medesimo istituto scolastico.

Nella circostanza dei fatti il Comando di San Marcellino acquisiva cinque denunce/querele nelle quali, distintamente, tutti i genitori narravano e descrivevano alcuni comportamenti e circostanze che vedevano coinvolti i propri figli, tali da avere fatto sorgere in loro il manifesto e fondato sospetto che all’interno della scuola vi fossero messi in atto dei comportamenti maltrattanti da parte delle maestre nei confronti degli alunni. Le denunce/querele sporte, confluivano nel procedimento penale della Procura della Repubblica presso il Tribunale Napoli Nord – P.M. dott. Francesco Persico, il quale disponeva in data 21/03/2018 il posizionamento delle telecamere senza captazione audio, all’interno della scuola in questione, al fine di accertare le eventuali condotte descritte nelle denunce nonché individuare i responsabili dei reati, per una durata di giorni 30, con remotizzazione presso il Comando Stazione Carabinieri di San Marcellino, che avevano inizio in data 04/04/2018. Le operazioni di visualizzazione venivano prorogate per ulteriori trenta giorni e terminavano in  data 30/05/2018 per la durata complessiva di giorni 57.

Le telecamere nascoste venivano installate  in data 30/03/2018 e nella circostanza venivano installate tre telecamere in tre diverse aule. Le operazioni di visualizzazione delle immagini iniziavano il giorno 04/04/2018 (subito dopo le festività pasquali).

Le tre telecamere venivano posizionate nelle aule che erano state indicate dalle denuncianti e venivano così indicate: 1^ aula “dove i bambini mangiavano e scrivevano”; 2^ aula “dove i bambini giocavano; 3^ aula “dove i bambini dormivano”.

L’istituto scolastico in questione è molto grande, si tratta in effetti di una struttura che è sita in una via di passaggio del Comune di San Marcellino che conduce direttamente alla Piazza dove è situato il Comune. La scuola è composta da una struttura di vecchia costruzione molto grande. Al piano terra della struttura è dislocata la scuola composta da numerose aule. I CC effettuavano ulteriore accesso in data 10/04/2018 al fine di valutare la possibilità di poter installare anche altra telecamera in quanto in gran parte della giornata, dalla visione dei filmati, emergeva che i bambini e le suore nelle aule inquadrate dalle telecamere si intravedevano in poche occasioni, in special modo nell’aula che veniva indicata “dove i bambini giocavano” e pertanto i militari avevano fondato motivo di ritenere che i bambini trascorressero gran parte dell’orario scolastico in altra aula non monitorata. Nel corso dell’accesso alla scuola si aveva modo di notare che era presente un’altra aula, dove erano presenti banchi, cattedra, nonché uno scaffale al di sotto del quale vi era risposti alcuni quaderni degli alunni, motivo per cui si decideva di monitore anche quell’aula. Si procedeva quindi a disinstallare la telecamera nell’aula indicata come “aula dove i bambini giocavano” per posizionarla nell’aula individuata, che nel corso dell’attività è risultata essere l’aula in cui la maggior parte degli alunni trascorreva più tempo.

Dalla visione i militari riuscivano a scorgere ed individuare i vari comportamenti maltrattanti identificandone i responsabili, attraverso la conformazione fisica dei rei e dalle movenze del corpo delle maestre. L’identificazione degli autori dei maltrattamenti è avvenuta anche grazie alle foto raccolte durante le acquisizione delle denunce. Le identificazioni sono state eseguite dai militari operanti anche grazie ai sopralluoghi effettuati con il personale dei Vigili del Fuoco (giorno in cui sono state installate le telecamere), dove uno dei militari che ha partecipato alla presente indagine, ha avuto un contatto visivo con le suore presenti all’interno dell’istituto, durato diverse ore e ciò gli ha permesso non solo di notare la loro fattezze fisico-somatiche ma soprattutto di notare le movenze, fattori questi che hanno permesso al militare di individuare le suore nelle varie circostanze in cui commettevano i maltrattamenti nei confronti dei piccoli alunni.

Da evidenziare che la certa identificazione delle suore è avvenuta anche mediante comparazione delle effigie dei cartellini di identità acquisiti all’Ufficio Anagrafe del Comune di San Marcellino con i fotogrammi estrapolati dalle telecamere.

I comportamenti maltrattanti da parte delle Suore /Mestre nei confronti dei bambini /alunni sono stati molteplici, tutti caratterizzati da un’eccessività nell’azione correttiva messe in atto a vario titolo dalle maestre nei confronti degli alunni a loro affidati dai genitori per motivi di educazione ed istruzione. Emergevano alcuni episodi cardini che non davano discrezionalità circa le condotte criminose delle maestre nei confronti degli alunni, caratterizzate da violenza consistita in schiaffi al viso, strattoni, sculacciate. Tali atteggiamenti sono apparsi inconfutabili dalla visione dei filmati, il cui dato obbiettivo e concreto è fornito dalla visualizzazione delle telecamere. Invero è emerso che dalle prime fasi dell’attività le condotte criminose messe in atto dalle maestre sono state “contenute”, probabilmente a causa di un “campanello di allarme” causato dalla cospicua presenza dei genitori che avevano formulato le denunce/querele (ben cinque genitori). D’altronde la piccola realtà di un paese come San Marcellino può certamente avere fatto giungere alle orecchie delle maestre, se non solo alle orecchie della  Madre Superiora PORRARI Anna responsabile della scuola, le lamentele dei genitori,  anche in ragione del  colloquio che la Madre Superiora aveva avuto con un genitore che addirittura aveva attivato apertamente le istituzioni comunali per far sì che la figlia minore venisse trasferita dalla scuola, cosa che effettivamente è avvenuta. Certamente questo avvenimento ha in parte condizionato le azioni della Mestre dando luogo in un primo momento, e nei primi giorni dell’attività tecnica,  a gesti isolati delle suore nei confronti dei bambini. Pian piano però, con il passare dei giorni, i comportamenti maltrattanti sono stati sempre più persistenti ed inequivocabili, dando luogo quindi ad azioni criminose che sono avvenute con una cadenza giornaliera. Le maggiori responsabili di tali comportamenti sono certamente la Suora Loyola e Suor Josie persone queste che sono state a contatto diretto con i bambini poiché sono apparse le maestre che distintamente gestivano di fatto numero due aule, ossia quella indicata dove i “bambini mangiavano e scrivevano” gestita dalla Suora Loyola  e quella individuata dai militari nel corso dei vari accessi gestita da Suor Josie (aula monitorata in ultimo) . E’ da sottolineare che spesso i bambini sono confluiti in una sola aula, quella gestita dalla Suora Josie, e sono lì rimasti insieme alle due maestre Suora Loyola e Suor Josie che in alcune circostanze si sono alternate, anche se in qualche circostanza i bambini sono rimasti nell’aula da soli per pochi minuti.

Nelle occasioni in cui sono state riprese le altre due Mestre /Suore, ossia la Madre Superiora e Suor Genoviva, che molto meno avevano a che fare con i bambini e che tuttavia nel momento in cui sono state a contatto con loro non hanno esitato a strattonare e schiaffeggiare i bambini facendo tutto ciò in presenza o meno delle altre suore, dando un chiaro segnale che l’ambiente scolastico era ben avvezzo a questi tipi di condotte maltrattanti, intrinsecamente tollerati dalle altre maestre poiché ben consce che tali condotte facevano parte della “educazione” dei bambini. Anche la Suora Superiora infatti, quale responsabile della scuola, nelle occasioni in cui è stata a contatto con i bambini, è apparsa essere predisposta ad avere atteggiamenti violenti nei confronti dei minori. La stessa è sembrata avere pianamente contezza del clima scolastico, come dimostrato nelle frasi proferite al genitore Q.A. alla quale aveva addirittura proposto di dare somme in denaro per non parlare degli accaduti della scuola, come esplicitamente indicato “stai zitta, non parlare, è una vergogna anche per te. io ti do i soldi basta che non dici niente, e poi ti assicuro che non succederà più”.

La Suora Genoviva nel merito, che di solito è la Suora che alle ore 11:00/11:30 porta il cibo ai bambini (primo piatto), nelle occasioni in cui si è mostrata a contatto con i bambini, ha assunto anch’ella atteggiamenti violenti  assumendo comportamenti maltrattanti.

E’ bene specificare come le fattispecie criminose individuate non rientrino nell’abuso dei mezzi di correzione che presuppongono un uso corretto e legittimo di tali mezzi, che possono essere poi tramutati per eccesso in illecito. Di contro invece l’uso sistematico della violenza, quale ordinario trattamento del minore, come i molteplici episodi indicati hanno dimostrato, rientrano a parere di questo Comando nell’ambito della fattispecie sotto il profilo oggettivo e soggettivo del reato più grave di maltrattamenti.

Vi sono stati numerosi episodi maltrattanti che emergono dalle annotazioni di Polizia Giudiziaria redatte per l’occorrenza sistematicamente con cadenza giornaliera, probabilmente meno gravi di quelli sopra evidenziati mediante fotogrammi nella, ma che comunque risaltano le condotte vessatorie messe in atto dalle maestre contestualizzando quindi l’ambiente scolastico.

Nel corso dell’attività di indagine sono stati registrati dai Carabinieri nr. 82 episodi maltrattanti e senza dubbio quindi manifestano apertamente la propensione delle maestre a maltrattare gli alunni.

Le condotte sono state effettuate alla presenza degli altri bambini e sono state messe in atto indistintamente nei confronti degli alunni che, a parere delle maestre, creavano disturbo. In alcune circostanze è emerso come alcuni bambini non volessero rimanere all’interno dell’istituto scolastico, come tra l’altro già palesato dai genitori all’atto della presentazione delle denunce/querele. Nel merito si sono riportati tre episodi chiave che sono occorsi rispettivamente in data 11/05/2018, in data 22/05/2018 ed in data 25/05/2018, che danno la percezione della manifesta volontà dei bambini di non rimanere a scuola nascondendosi dietro ai propri genitori. In tale contesto non è ragionevolmente opinabile che quasi alla fine dell’anno scolastico i bambini rigettino ancora l’andare a scuola in atteggiamenti che solitamente vengono manifestati all’inizio dell’anno scolastico, quando i bambini sono alle prese con i primi giorni di scuola e quindi devono abituarsi all’anno scolastico e soprattutto alle insegnanti. Nella fattispecie invece tali atteggiamenti sono stati manifestati quasi al termine dell’anno scolastico e possono essere senz’altro ricondotti alle azioni che le maestre mettono in atto durante l’anno scolastico. Emerge infatti come nella data del 11/05/2018 uno dei bambini si aggrappa addirittura ai pantaloni del genitore per non andare a scuola nonostante la Maestra-Suora cerchi di convincerlo a rimanere a scuola. In effetti il bambino appare essere il medesimo che aveva subito maltrattamenti nella giornata precedente del 10/05/2018  e che, nella circostanza dell’11/05/2018,  cerca addirittura di scappare dall’aula, finanche quando il genitore lo lascia all’interno della stessa. In data 22/05/2018 invece si nota l’arrivo di una bambina che all’atto di entrare in classe si attacca al pantalone del genitore manifestando la volontà di non voler rimanere a scuola. Anche dopo che la bambina è rimasta in classe ed il genitore lascia l’aula, non appena lo stesso rientra per consegnare qualcosa alla maestra,  la bambina, non appena lo vede, gli corre incontro abbracciandolo e stringendosi a lui. In data 25/05/2018 invece una bambina all’atto che deve rimanere nell’aula, accompagnata dal presumibile genitore, si aggrappa al pantalone dell’adulto per cercare di non restare a scuola. Non avendo decreto autorizzativo per l’ascolto audio non si è potuto carpire l’espressione vocale dei bambini, ma anche dalla sola visione delle immagini è apparso evidente il rigetto che i bambini hanno manifestato all’atto di rimanere nell’aula.

In relazione ai fatti sopra menzionati, appare in maniera chiara che con il passare dei giorni i comportamenti maltrattanti posti in essere dalle maestre sono stati sempre più assidui, contestualizzando quindi un clima caratterizzato da condotte espressive di violenza. Anche gli spintoni dati nell’arco dell’orario scolastico, anche solo per richiamare l’attenzione del bambino/a, non sembrano essere consoni alle modalità di espressione che si devono avere nei confronti dei minori. Le gestualità che le maestre mettono in atto nei confronti dei bambini devono senza dubbio avere un tono pacato ed amorevole, senza soprassedere ai metodi educativi che la scuola impone, ma le condotte delle mastre poste in essere appiano avere comunque apportato uno stato di prevaricazione nei conforti dei bambini. Al riguardo alcuni genitori nell’atto della presentazione delle denunce/querele avevano precisato che i figli minori si erano mostrati impauriti ed insicuri.

Di seguito si riportano alcune frasi riferite dalle querelanti estrapolate:

  • Mia figlia R. ha vomitato durante il tragitto da casa a scuola altre due volte e so che lo   fa solo quando piange ed ha paura;
  • I due bambini stavano seduti a tavola ed io, fingendo per vedere la loro reazione, ho detto che li avevo visti con la telecamera all’interno della scuola vedendo che C. era stata sgridata mentre L. piangeva. La reazione dei bambini è stata subito spontanea in quanto si sono fermati mentre mangiavano come impietriti e si sono guardati con sguardo impaurito, e, la bambina C. e ha detto. “ ANCHE LA SUOR JOSIE QUANDO SALE SOPRA CI GUARDA DALLE TELECAMERE E CI DICE DI STARE FERMI” (In effetti dalla visione dei filmati si nota spesso che all’ora di pranzo Suor Josie lascia tutti i bambini nell’aula da lei gestita solo con la Suora Loloyde e la Suora Genoviva, potrebbe essere plausibile  quindi che quando Suor Josie ritorna in classe dica ai bambini di averli visti dalle telecamere).
  • Quando invece gli faccio domande inerenti la scuola ed i miei sospetti L. si ferma e non risponde come se fosse impaurito. Anche alle mia domanda specifica sul fatto se qualche suora gli abbia detto di non dire nulla sulle cose che accadono a scuola L. si ferma e non risponde, come se mi guardasse meravigliato di quello che gli sto dicendo e del fatto che io abbia detto una cosa vera, in pratica mi dà l’impressione che il bambino si domanda come faccio a sapere questa cosa, riferita al fatto che non deve dire nulla di quello che accade a scuola”;
  • Anche quando mio figlio oggi 16/03/2018 è ritornato a casa alle ore 15:30 presentava un forte rossore all’orecchio destro ed io quindi gli ho chiesto cosa fosse accaduto. Il bambino L. mi ha risposto in maniera vaga che non lo sapeva come se non volesse rispondere, anche in questa circostanza;
  •  Sempre negli ultimi dieci giorni mia figlia appena uscita dalla scuola dell’Infanzia si mette le mani in testa e dice che le fa male forte”;
  • Purtroppo mia figlia si è chiusa completamente e non so dire se questa sua chiusura sia dovuta ad un forte trauma.

Un genitore, escusso a sommarie informazioni, riferiva testualmente “A.D.R.: “ Sono la madre della bambina ……. Mia figlia frequenta la Scuola Suore degli Angeli sita in San Marcellino alla Via De Paola che in effetti è gestita dalle suore. Da un po’ di tempo noto degli atteggiamenti strani da parte di mia figlia in quanto ultimamente, dal mese di Marzo di quest’anno, la bambina mi manifesta la volontà di non volere andare a scuolaLa bambina viene sempre accompagnata da me e quando partiamo da casa per andare a scuola …. è tranquilla, ma poi quando arriviamo in classe la bambina è come se avesse paura a rimanere nella scuola in quanto piange e si mette attorno alle mia gambe dicendo “Voglio Mamma – Voglio Mamma”. Io l’accompagno nella classe della Suora Josie e devo stare un po’ di minuti prima di lasciare la bambina a scuola. Addirittura un giorno che risale a circa un mese fa ho dovuto riportare la bambina a casa in quanto in nessun modo sono riuscita a convincerla di rimanere a  scuola, solo grazi al fatto che durante il tragitto ho incontrato per caso la Suora Superiora la bambina poi è andata a scuola. La bambina alle mie domande dice che non vuole andare a scuola perché ci sta una bambina più grande di lei che ha sei anni e che si chiama ….. che gli fa alcuni dispetti, del tipo la blocca sullo scivolo e altro. Mia figlia mi ha anche detto che questa bambina una volta gli ha detto di mangiare altrimenti l’avrebbe messa nella stanza al buio. Io ho fatto anche domande a mia figlia circa la stanza al buio ma … non mi ha saputo rispondere forse perché ancora piccolina di età”. A.D.R.: “Io in alcune occasioni chiedo alla bambina se le maestre si comportano male con lei ma la bambina risponde di istinto dicendomi di no, e subito dopo mi dice che la devo lasciare stare in quanto non vuole parlare di questo dandomi l’impressione che gli dà fastidio parlare di questo argomentoLa risposta data da mia figlia in maniera istintiva mi dà l’impressione come se avesse timore di qualcosa nel parlare delle maestreNel merito posso anche dire che l’altro ieri mia figlia mi ha detto che Suor Josie ha detto ai bambini nell’aula che loro (le due suore) andavano a  mangiare  sopra  e  che  i  bambini  dovevano  rimanere bravi nell’aula in quanto c’era nella stanza un telefono e loro ascoltavano tutto da quel telefono. Lunedì 28/05/2018 i bambini sono andati in gita con le Suore e siamo andati anche noi genitori. Nell’arco della giornata ho sentito parlare anche altri genitori, nel senso che i propri figli gli avevano raccontato del telefono che ascoltava le voci dei bambini. A.D.R.: “Mia figlia mangia a scuola ed io gli do’ il secondo e la merenda mentre il primo piatto lo fornisce la scuola. Mia figlia non ha il pannolino. Nel merito voglio dire che circa un mese fa mia figlia è ritornata a casa bagnata di pipì. Alle mie domande mi ha risposto che una Suora stava sgridando a tutti i bambini e lei ha avuto paura di dire che doveva andare in bagno, ecco perché si era fatta la pipì addosso

Dichiara altro genitore:

Dopo la denuncia/querela  io credo che le lamentele della madri siano in un certo modo arrivate anche alle orecchie delle maestre/suore della scuola anche perché per certo so che una delle bambine, che si chiama …, se ne è andata dalla scuolaDico questo perché ho notato un atteggiamento diverso di mia figlia. Innanzitutto posso dire che nei giorni a seguire la denuncia mia figlia … quando ritornava a casa mi diceva che adesso a  scuola comandava lei e che era diventata amica di Suor Josie che adesso le voleva beneMi diceva che le cose di cui si lamentava non succedevano più, che la storia del buio non succedeva più e che Suor Josie se adesso qualcuno non voleva mangiare lo rimandava a casa. Mi diceva nello specifico che comandava lei con parole precise del tipo “MAMMA STAI TRANQUILLA CHE ADESSO COMANDO IO, A ME NON MI SUCCEDE PIU’ NULLA”. Anche a casa ho notato un atteggiamento molto diverso, nel senso che la bambina sembra molto più matura, anche se la sgrido, a differenza di prima che aveva paura, adesso mi guarda a mo’ di sfida come se non gli importasse nulla di quello che dico. Quando mi guarda la sento mormorare sottovoce ma non capisco cosa dice in quanto non si fa capire ed anche se glielo chiedo non mi risponde. In relazione a tali circostanze io ho ricevuto anche delle lamentele da parte di altri genitori, in particolare da parte di una madre che si chiama …. la cui figlia va a scuola con mia figlia. In particolare questa signora mi ha detto che mia figlia … dice alla figlia … che se non mangia la chiude nella stanza al buio ed altre lamentele che sono classiche di atteggiamenti dei bambini a cui non ho dato peso. Io però per quanto riguarda il fatto del buio, ho dato peso a queste parole perché erano le stesse frasi che mia figlia mi raccontava a casa indicate proprio nella denuncia e che erano pronunciate dalla Suor Josie. Non vorrei che, anche in considerazione del fatto  che poi dopo la denuncia mia figlia mi diceva che adesso comandava lei e che era amica di Suor Josie, le cose che dice mia figlia siano delle frasi che gli abbia indotto a dire proprio Suor JosieIn effetti anche un altro genitore …., che tra l’altro siamo anche amiche in quanto le nostre bambine giocano spesso insieme, mi ha detto che … ha detto a sua figlia … che se non mangia la merenda a scuola la sgrida, tanto che la figlia ha paura di portare la merenda a scuola. Anche per questa cosa non vorrei che siano cose indotte dalle maestre poiché erano proprio oggetto delle questioni  evidenziate nella denuncia per quanto concerne il mangiare in fretta da parte dei bambini. Io nel merito ho chiesto spiegazioni a mia figlia ma dapprima non mi ha risposto e dopo mi ha confermato che aveva detto le cose di cui le mamme si erano lamentate e mi ha detto anche che non gli aveva detto nulla nessuno. In questa risposta non ho visto mia figlia sincera perché me lo ha detto piangendo e molto impaurita, come se avesse avuto paura di qualcosa, per quanto riguarda il fatto che queste cose non gliela aveva detto nessuno di dirle.

Appare evidente come la bambina possa essere stata indotta a non proferire nulla, non escludendo che ciò possa essere dovuto alla minacce che l’insegnante abbia potuto fare alla bambina ingenerandole paura.

Durante la visualizzazione dell’attività tecnica non si è verificato alcun episodio di bambini che venissero rinchiusi nella stanza al buio, probabilmente proprio per il campanello di allarme circa le lamentele dei genitori, non escludendo che tali azioni siano state messe in atto prima dell’inizio dell’attività tecnica in questione.

E’ da sottolineare che uno dei fatti ritenuto dai CC  molto grave è rappresentato da una circostanza in cui le immagini fanno notare che un bambino si trova seduto e sta mangiando, quando ad un certo punto al bambino cade il piatto con il suo contenuto a terra ed in tale circostanza Suor Loyola raccoglie il piatto mettendo all’interno il pasto che era caduto sul pavimento e lo riposiziona sul tavolo dinanzi al bambino costringendolo a mangiare, malgrado i ripetuti rifiuti del bambino che certamente i genitori gli hanno insegnato che la roba raccolta da terra non si mette in bocca. La suora a questo punto infligge la punizione di fargli mangiare per forza, contro la sua volontà il pasto arrivando ad imboccare. Il bambino non avendo la capacità di autodeterminarsi ovvero di imporsi ingerisce il cibo  scelta.

di Stefano Montone
Direttore LaRampa.it


http://www.larampa.it/2018/06/28/san-marcellino-maltrattamenti-bambini-sospese-4-suore/

http://www.larampa.it/2018/06/29/video-sanmarcellino-maltrattamenti-suore-bambini-stanza-buio-capelli-strappati/

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