Strasburgo. Provenzale: “Il copione si ripete ancora una volta”
“Cherif Chekatt sembra essere l’ormai classico giovane islamico di seconda o terza generazione; è il solito jihadista europeo, quello schedato, ma sempre libero di agire, che si nutre – e trova sostegno logistico – della predicazione wahabita e dell’islam politicamente organizzato dei Fratelli Musulmani, entrambi più che tollerati nell’occidente liberale affetto da evidente demenza senile“. Lo dichiara Giuseppe Provenzale, Vicesegretario nazionale di Forza Nuova.
“I sauditi fomentano la base teologica e aprono moschee per meglio diffondere il loro credo tra i giovani islamici sradicati, i secondi portano in Europa un’ideologia che in Egitto è stata sconfitta e che si diffonde grazie al sostegno di Emirati come il Qatar, più che attivi sul mercato del Vecchio Continente, e le strategie dell’onnipresente Turchia di Erdogan. Si tratta – continua Provenzale – di una convergenza pluridimensionale e di fatto sinergica che fornisce assist autostabilizzanti ai governi sull’orlo di una crisi di nervi, oggi, quindi, a Macron, assediato e in stato confusionale a causa dei gilet gialli, con una Polizia che è brava solo a picchiare donne e disabili, ma non a prendere vivi i terroristi“.
“Ma c’è un’altra considerazione da fare, lo stesso jihadismo che colpisce a casa nostra – e che tutti condannano facendo anche notare come colpisca i nostri simboli – non viene combattuto nei teatri della guerra tradizionale, anzi, lì viene appoggiato, salvo temere poi l’arrivo di combattenti in fuga e di foreign fighters di ritorno. Molto grave che il Ministro degli Interni italiano si scagli contro Hezbollah, che il terrorismo combatte e sconfigge sul campo, e faccia, invece, l’elogio del Qatar e, ça va sans dire, di Israele, entrambi niente affatto estranei alla creazione, al finanziamento, alla fornitura di armi per i terroristi Isis e/o i cosiddetti ribelli più o meno moderati. La lotta al terrorismo nella vecchia Europa – conclude il numero 2 dei nazionalisti –, sia in casa propria che sui fronti di guerra, è dunque fallimentare, a cominciare dal livello più importante, quello culturale. Lo stato confusionale, e l’ignoranza colpevole, del vicepremier leghista rappresentano a pieno tutto questo“.