Diciotti, Civati: “Di Battista tornato per aiutare Salvini e alleanza disumanità”
“Ecco, ora è chiaro il motivo del ritorno di Alessando Di Battista: dare una mano a Salvini e salvare un’alleanza basata sulla disumanità. Fa finta di attaccarlo in questo giochino noioso del battibecco a distanza. Ma è diventato già il suo miglior alleato: è pronto ad avallare il Salva-Salvini, parlando di ‘responsabilità’ di Conte, il premier pronto a una specie di autodenuncia, lanciata dal Movimento 5 Stelle. Una mostruosità giuridica che completa le disumanità vista in questi mesi contro i migranti”. Lo dichiara Giuseppe Civati, fondatore di Possibile.
“Le parole da guascone sono state archiviate insieme a quell’intervista rilasciata in estate e all’intervento di appena due giorni fa a Sulmona – sottolinea Civati. Ora Matteo Salvini si rimangia le promesse, piene di boria, di voler affrontare il processo e chiede al Senato di salvarlo dal giudizio sul caso Diciotti. Vuole la ‘protezione immunitaria’ per non affrontare le proprie responsabilità: proprio lui che sostiene di mantenere sempre la parola data. Diciamo che adesso ha scelto un nuovo slogan: restiamo immuni”.
“È interessante poi vedere – aggiunte Civati – cosa farà il Movimento 5 Stelle: il voto contrario sarebbe la parola fine alla credibilità politica di chi ha fondato tutto sull’abolizione dei privilegi della politica. E in tema di Giustizia, come prevede il programma del M5S, ha sempre previsto il via libera alle autorizzazioni a procedere”.
“Uno spreco disumano. Solo così si può definire il mancato sbarco della Diciotti: il costo, secondo quanto riportato da Il Messaggero, è stato di 300mila euro. Salvini ha in pratica pagato con i soldi pubblici un suo atto di propaganda, che così si è rivelato scellerato politicamente, con i rivolti giudiziari che stiamo vedendo, ma anche uno spreco di risorse evitabile”. È quanto scrive Possibile, in una nota, ricordando l’esposto alla Corte dei Conti presentato subito dopo il caso-Diciotti e curato nell’elaborazione giuridica dagli avvocati Alessandra Ballerini e Andrea Maestri. L’esposto, nel dettaglio, riguardava tre casi: l’accompagnamento dell’Aquarius a Valencia, il rinvio dello sbarco della Diciotti a Trapani e il secondo caso-Diciotti, a Catania.
“Con questa iniziativa – prosegue la nota di Possibile – avevamo l’intenzione di sollevare una questione politica perché riteniamo doveroso che i cittadini sappiano quanto costa la disumanità: insomma quanto viene speso per questi atti brutali e insensati. Sempre da fonti stampa sappiamo che arriveranno presto le cifre del caso-Aquarius, altro grande scempio avvenuto nei mesi scorsi. E sapremo il prezzo della disumanità, messo sul conto dei contribuenti. Perché è bene ribadire un concetto: il prolungato trattenimento a bordo di unità navali italiane, e il loro prolungato utilizzo ha avuto costi per lo Stato che sono fonte di responsabilità amministrativa, a carico delle autorità che hanno ordinato il trattenimento”.
Diciotti, Maestri (Possibile): Autodenuncia M5S è eversione, crea scontro tra poteri
“Da sostenitori della trasparenza, e della giustizia per tutti, si passa all’atto eversivo. Sul caso Diciotti il Movimento 5 Stelle, pur di restare al governo, sta compiendo l’ennesima metamorfosi, difficile dire se sia la peggiore visto quello che sta combinando in questo mesi: adesso pare sia intenzionato all’autodenuncia per motivare il ‘no’ alla richiesta di autorizzazione a procedere verso Salvini al Senato. Sarebbe una decisione gravissima, perché darebbe vita artificialmente a uno scontro tra poteri dello Stato”. Lo dichiara Andrea Maestri della segreteria nazionale di Possibile sull’ipotesi circolata dell’autodenuncia del Movimento.
“Eppure si tratta di una situazione semplice – aggiunge Maestri – perché ci troviamo dinanzi all’esercizio dell’azione penale verso condotte gravissime, rispetto alle quali la responsabilità penale, da accertare in giudizio, è sempre personale. Sono nozioni che il presidente del Consiglio Conte conosce bene, dato il suo profilo professionale. Ma ecco che di fronte alla necessità di salvare il vero capo del governo Salvini, si è pronti a rinnegare tutto. La propria storia, come accade per Di Maio e il Movimento 5 Stelle, e le proprie competenze, come testimonia Conte”.