Ferrara. Palazzo dei Diamanti, Sgarbi al ministro dei beni culturali: “Richiami uffici a vigilare sul rispetto della legge”

A Ferrara, città del Rinascimento, patrimonio mondiale dell’UNESCO, Palazzo dei Diamanti, il più importante edificio della Addizione erculea, sta per essere aggredito, nella sua perfezione, da un progetto di «ampliamento» del costo di 3,5 milioni di euro, su cui si è già espressa negativamente «Italia Nostra».

L’intervento soffoca il rapporto dell’edificio con lo spazio aperto della città. E assume lo stesso assurdo significato che avrebbe aggiungere un canto alla Divina Commedia o all’ Orlando Furioso.

La Fondazione Cavallini Sgarbi ha redatto un appello rivolto al ministro dei beni culturali e già sottoscritto da migliaia di persone (ad oggi 7 mila) tra cittadini comuni, intellettuali, artisti e uomini delle istituzioni, per impedire lo scempio.

La raccolta di firme è stata promossa per difendere l’integrità, minacciata da una visione utilitaristica, di un monumento che appartiene alla umanità. Ciò che vale per Dante e per Ariosto vale per Biagio Rossetti.

Stamane alla Camera Vittorio Sgarbi ha presentato l’interrogazione al ministro dei beni culturali.

“Il patrimonio artistico italiano è difeso da una precisa e consolidata normativa che, in base all’articolo 4 comma 2 del DL 22 gennaio 2004, attribuisce al ministero la funzione di tutela e, con l’articolo 5 comma 1, prescrive che le regioni, i comuni, città metropolitane e le province, cooperino con il ministero con concorde spirito. L’oggetto della tutela è definito dall’articolo 10 comma 1, e che l’articolo 20 comma 1 recita: “i beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico e artistico oppure tale da recare pregiudizio alla loro conservazione”.

L’articolo 26 e l’articolo 29 comma 4 indicano i limiti della conservazione e del restauro in operazioni “finalizzate all’integrità materiale e al recupero del bene medesimo”.

Nell’interrogazione Sgarbi ricorda che “il Comune di Ferrara ha indebitamente proceduto a indire un concorso non per il restauro ma per l’ampliamento di Palazzo dei Diamanti, con l’obiettivo concreto di realizzare il progetto vincitore, per precedenti garanzie, e complicità politiche, nonostante i principi e le norme sopra ricordati”.

Con l’interrogazione Sgarbi chiede al ministro dei beni culturali di “richiamare gli uffici competenti, al di là di indebite pressioni e coperture politiche o utilitaristiche, a vigilare sul rispetto della legge che non consente, e non ve ne sono precedenti, per edifici del valore universale di Palazzo dei Diamanti, in una città del Rinascimento dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco, manomissioni, alterazioni, integrazioni, ampliamenti, che ne compromettano la secolare”integrità materiale”, come hanno richiamato luminari della tutela come Christoph Frommel, Arturo Carlo Quintavalle, Andrea Emiliani, Eugenio Riccomini, Giuseppe Cristinelli, Vittorio Emiliani, Elio Garzillo, Luigi Malnati, Massimo Osanna, alcuni dei quali sovrintendenti emeriti del ministero dei beni culturali”.

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Redazione

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