Fondi UE, Pedicini: “Ora a lavoro sulla programmazione 2021-2027”

“I fondi europei destinati ai territori costituiscono un’opportunità incredibile che l’Italia per molti anni non è riuscita pienamente a cogliere. Quest’anno però, anche in questo settore, le cose sono cambiate grazie all’impegno del governo” commenta l’eurodeputato e portavoce M5S Piernicola Pedicini. 

La situazione all’insediamento del nuovo governo era disastrosa. In pochi mesi il Ministro per il Sud Barbara Lezzi unitamente all’Agenzia per la Coesione Territoriale e alle amministrazioni locali è riuscita nel difficile compito di portare le Regioni verso l’obiettivo di spesa. La rendicontazione dell’anno 2018 si è chiusa con una spesa sostenuta e certificata alla Commissione europea pari a 9 miliardi e 740 milioni di euro. Un grande risultato conseguito grazie al lavoro coordinato tra Governo, amministrazioni titolari dei Programmi Operativi e Agenzia per la Coesione che hanno lavorato sui target di spesa N+3, ovvero la regola che impone di presentare la domanda di pagamento alla Ue entro tre anni dal momento in cui gli enti effettuano l’impegno di spesa. Se ciò non accade, l’Ue cancella automaticamente la relativa quota di finanziamento”. 

E’ importante sottolineare – prosegue l’eurodeputato – che su questo fronte l’impegno del M5S, a tutti i livelli istituzionali, è progressivo e costante. Siamo al lavoro e molto dovrà essere fatto per l’obiettivo di spesa del 2019 e per la negoziazione sulla programmazione dei Fondi sul 2021-2027. Ma una cosa va chiarita – rileva Pedicini – regioni e amministrazioni non devono più legare l’utilizzo di questi fondi al consenso elettorale. Non è un mistero: spesso le risorse vengono sbloccate solo per accelerare la spesa e a ridosso di appuntamenti elettorali, riducendo drasticamente il tempo a disposizione per l’esecuzione dei lavori e quando il controllo degli enti preposti è più difficile. In questa fase storica le amministrazioni hanno la fortuna di poter agire di concerto con un governo che per la prima volta ha a cuore solo le potenzialità di sviluppo e di crescita dei territori. Le cose finalmente stanno cambiando. L’Europa può esserci amica ma bisogna crearne le condizioni. Per questo dobbiamo cambiarla insieme”.  

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Redazione

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