Perché Cesare Battisti non aveva le manette ai polsi all’arrivo a Ciampino?
Ha scatenato polemiche sui social l’arrivo di Cesare Battisti, fresco di estradizione dalla Bolivia. Il terrorista dei Pac (Proletariato armato dei comunisti) è sceso dall’aereo senza manette ai polsi.
Le circostanze erano tante. In primis, l’evento mediatico con dirette tv e streaming. Passiamo a quella legislativa: il tutto è da ricercare nella legge n. 492/1992, che al comma 2 dell’articolo 5 che così spiega:
“Nelle traduzioni individuali l’uso delle manette ai polsi è obbligatorio quando lo richiedono la pericolosità del soggetto o il pericolo di fuga o circostanze di ambiente che rendono difficile la traduzione. In tutti gli altri casi l’uso delle manette ai polsi o di qualsiasi altro mezzo di coercizione fisica è vietato. Nel caso di traduzioni individuali di detenuti o internati la valutazione della pericolosità del soggetto o del pericolo di fuga è compiuta, all’atto di disporre la traduzione, dall’autorità giudiziaria o dalla direzione penitenziaria competente, le quali dettano le conseguenti prescrizioni”.
Battisti era circondato da agenti della Polizia di Stato e della Penitenziaria e scortato dallo SCIP (CriminalPol), si trovava all’interno di un’area militare con misure di sicurezza di alto livello tra cui la presenza di cecchini. L’altra, la tutela della dignità personale: ovvero Se Battisti avesse indossato le manette, le immagini non sarebbero potute essere trasmesse, in quanto ai giornalisti è vietato diffondere immagini di persone ammanettate. E’ quanto prevede la deontologia professionale e lo ricorda anche il Garante della Privacy.