Processo Welby, fine vita e modifica del codice fascista
Da Napoli e Caserta seguiamo la vicenda processuale che oggi vede come imputata la grande Mina Schett Welby in concorso con Marco Cappato.
Entrambi sono stati imputati per aver aiutato Davide Trentini a raggiungere la Svizzera e ottenere il suicidio assistito, dunque per il reato di cui all’art. 580 del codice penale in concorso fra loro, (istigazione o aiuto al suicidio).
L’associazione Luca Coscioni è un faro costante sulla conquista dei diritti ancora negati nel nostro paese e che calcola un notevole ritardo rispetto a molti altri stati membri soprattutto in merito al suicidio assistito volontario. Mina Welby e Marco Cappato si sono autodenunciati presso la stazione dei Carabinieri di Massa e l’obiettivo della disobbedienza civile mira a modificare i divieti del codice penale in Italia affinché venga finalmente approvata una normativa sul fine vita – conquistata in parte attraverso il riconoscimento delle garanzie costituzionali sull’autodeterminazione dell’individuo nella sfera sanitaria grazie all’attivazione della giurisdizione nei casi Welby ed Englaro e da ultimo con la legge sul testamento biologico – a partire dalla modifica dell’art. 580 del nostro codice penale.
(in foto da sx Rosa Criscuolo, presidente ass Luca Coscioni Caserta, e Mina Welby)