Aversa. Caduta amministrazione, D&T punta dito contro De Cristofaro e opposizione
“Il teatrino della politica aversana ha messo in scena l’ultimo atto di questa consiliatura. Dopo due anni e mezzo di maggioranze variabili, trasformismo imperante e baratto di voti in Consiglio comunale, l’amministrazione guidata dall’architetto Enrico De Cristofaro va a casa. In questo periodo, i vizi della politica nostrana non sono mai scomparsi. Anzi, si sono riproposti con maggior forza non solo ad ogni tentativo di mettere in crisi la giunta, ma quotidianamente, senza vergogna. Una pessima esibizione di tutti i protagonisti, incuranti del cattivo esempio offerto alla Città e a scapito degli interessi della collettività. Anche il modo in cui De Cristofaro è stato mandato via è figlio di questo sistema. Sia chiaro: l’Associazione politico-culturale Democrazia & Territorio ha sempre espresso un giudizio totalmente negativo sull’operato della giunta De Cristofaro. Giudizio che rimane immutato. Ma la procedura adottata dai tredici consiglieri comunali per mandare a casa l’ex primo cittadino, ancorché prevista dalla legge, è una pratica indecorosa e poco trasparente“. E’ quanto scrive in una nota l’associazione Democrazia & Territorio.
“E Purtroppo un modus operandi oramai molto diffuso, come dimostrano i casi di Teverola, Gricignano e Carinaro. Chi è pronto a sfiduciare il sindaco non lo fa alla luce del sole, assumendosi le proprie responsabilità davanti alla cittadinanza e motivando la sua decisione nella sede opportuna, ma preferisce nascondersi dietro la firma apposta di fronte ad un notaio. Ancora una volta, il massimo organo istituzionale di discussione democratica, il Consiglio comunale, è stato umiliato nelle sue funzioni di controllo, svilito nel suo ruolo di assemblea competente a prendere decisioni fondamentali per la città. Tra i firmatari della sfiducia ci sono consiglieri comunali che, in questi due anni e mezzo, hanno fatto del trasformismo e dell’occupazione di poltrone il loro credo, oltre a movimenti che da sempre hanno sbandierato il ricorso alla trasparenza e la discussione nelle sedi opportune come capisaldi del loro agire politico. A pagare le spese dell’incoerenza, dell’assenza di un programma concreto e attuabile, della vergogna di una classe politica che pensa solo al proprio orticello, agli interessi personali e non ha una visione saggia di cosa voglia dire gestire un’intera comunità è, come sempre, la Città“.