Napoli. Anm, M5S contro De Luca e De Magistris
“Invocano l’autonomia, ma non riescono neppure più a garantire il servizio di trasporto pubblico a Napoli e nel resto della Campania. Nell’ultima partita a scacchi, tutta elettorale, tra De Luca e de Magistris sull’Anm, a farne le spese saranno, ma già lo sono da anni, soltanto i cittadini. Restano dieci mesi per rinnovare l’accordo tra Regione e Comune di Napoli per la fornitura del servizio pubblico in città e questi due amministratori irresponsabili si mettono a giocare a chi la spara più grossa. Con il De Luca che giura di non cacciare più un euro per Anm e il sindaco che risponde che il trasporto pubblico se lo facesse il governatore. Come se non si trattasse di un servizio da garantire ai cittadini della città che lui stesso amministra e di fondamentale importanza in termini di viabilità e impatto ambientale. Un gioco al massacro sulla pelle di 2600 famiglie di operatori dell’azienda di trasporto napoletana che rischiano il posto di lavoro”. Lo denunciano i consiglieri regionali M5S Vincenzo Viglione e Tommaso Malerba.
“Un dramma contestualizzato in una Regione la cui partecipata dei trasporti, Eav, ha registrato un calo del 34% dei passeggeri, a fronte di un aumento delle tariffe del 48%, con 79mila automobili che in sette anni sono ritornate a circolare sulle nostre strade, a cui potrebbero aggiungersene molte alte sul territorio di Napoli a causa di una sempre maggiore inefficienza e del paventato fallimento dell’Anm. Se questi sono i presupposti, non riusciamo neppure a immaginare cosa potrebbe accadere se a questi due signori fossero dati pieni poteri sulla gestione del trasporto pubblico. Un servizio già affossato da decenni di politiche clientelari e scellerate scelte strategiche regionali e comunali, alla luce degli esempi catastrofici delle più virtuose Lombardia e Veneto, dove 15 anni di federalismo ferroviario hanno prodotto aumenti di spesa inversamente proporzionali a un significativo calo dei passeggeri e a una pessima qualità dei servizi sfociati in sistematiche proteste di pendolari e studenti”.