(VIDEO) Caso Marò, interrogazione di Del Monaco al ministro Trenta
Question Time in Aula al Ministro della Difesa. Durante le interrogazioni a risposta immediata di mercoledì 20 febbraio alla Camera dei Deputati e trasmessa in diretta da Rai 2 alle ore 15.00, l’Onorevole Antonio Del Monaco, ha chiesto al Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, di aggiornare il Parlamento sul caso dei due Marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e di comunicare quali attività stia conducendo il Governo a supporto dei due militari italiani, per porre fine favorevolmente ad una vicenda che vede coinvolti, ormai da troppi anni, i nostri due fucilieri di marina. Questi gli atti del dibattito.
Interrogazione di Del Monaco al Ministro della Difesa – Per sapere – premesso che:
· il 15 febbraio 2012 i Fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, in servizio antipirateria sulla petroliera Enrica Lexie, a largo dell’India, avrebbero sparato contro il peschereccio St.Antony scambiandolo per una barca di pirati uccidendo due pescatori indiani;
· conseguentemente i due fucilieri sono stati arrestati e accusati di omicidio di primo grado, tentato omicidio, danneggiamento e atti di terrorismo internazionale in base all’articolo 3 del SUA Act che prevede in caso di condanna la pena capitale;
· non è stata fornita una ricostruzione soddisfacente della vicenda lasciando esclusivamente alle autorità indiane l’opportunità di condurre le indagini senza coordinarsi con la Procura della Repubblica di Roma;
· nel gennaio 2013, la Corte Suprema indiana ha dichiarato il difetto di giurisdizione dello stato del kerala e l’illegittimità della cattura e detenzione dei militari italiani che sono stati rilasciati e trasferiti a New Delhi con obbligo di firma;
· nel febbraio 2013, i due militari hanno ottenuto il permesso temporaneo di rientrare in Italia per esercitare il diritto di voto con annuncio del Governo che non sarebbero rientrati in India per violazione del diritto internazionale da parte dello stato asiatico;
· successivamente è stato disposto il loro rientro in India presso l’ambasciata d’Italia a New Delhi;
· il 13 luglio 2015 la procura indiana ha accettato la proposta italiana di arbitrato internazionale da istituire presso la Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell’Aja;
· nel maggio 2016 il Tribunale arbitrale ha accolto la nuova richiesta dell’Italia per il rimpatrio di Girone fino alla fine dell’arbitrato internazionale che nel luglio 2019 dovrà decidere sulla giurisdizione del caso:-
· alla luce di quanto esposto, di quali notizie il Ministro interrogato sia in possesso e quali siano le attività condotte dal Governo a supporto dei due militari italiani per porre fine favorevolmente ad una vicenda che vede ormai da troppi anni coinvolti i nostri due marò.
ELEMENTI PER LA DISCUSSIONE (MINISTRO TRENTA)
Premetto che la tematica oggetto dell’atto oggi in discussione, nonché il quesito posto, non investono profili di esclusiva competenza della Difesa e, pertanto, riferisco anche a nome del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Fin dal mio insediamento, ho rivolto sincera e affettuosa attenzione alla vicenda dei due Fucilieri di Marina, Latorre e Girone.
In particolare, lo scorso 10 settembre ho avuto con loro un colloquio separato, in un clima di estrema cordialità; ho fortemente voluto questo incontro, con l’intento, soprattutto, di partecipare non solo la mia personale vicinanza, ma quella del “Governo e di tutto il Paese, perché in questi casi occorre che tutte le forze politiche e civili, indistintamente, si mostrino unite e compatte intorno ai nostri due fucilieri di Marina”.
Più recentemente li ho ricevuti, in momenti diversi e in modo del tutto informale, per scambiarci gli auguri di Natale: ho apprezzato la loro fermezza d’animo e la consapevolezza di essere stati chiamati, da servitori dello Stato, ad affrontare una dura prova che ha, inevitabilmente, un forte impatto anche nei rispettivi ambiti familiari.
Lo scorso 4 dicembre, in occasione della Festa di Santa Barbara, i due marò hanno incontrato – separatamente – i componenti della IV Commissione (difesa) della Camera, a testimonianza del livello di attenzione che il Parlamento rivolge ai nostri due militari.
Nel merito della vicenda, come noto, il giorno 22 ottobre scorso era previsto, davanti ai giudici del Tribunale de L’Aja, l’inizio dell’arbitrato per stabilire chi, tra Italia e India, abbia la giurisdizione per accertare le eventuali responsabilità per i fatti che hanno coinvolto la nave “Enrica Lexie” nell’incidente del 15 febbraio 2012, su cui si trovavano alcuni fucilieri della Marina, fra cui Latorre e Girone, nell’esercizio di funzioni anti-pirateria, per conto dello Stato italiano.
A causa di un improvviso problema di salute di un giudice di parte indiana, poi deceduto, il Tribunale ha prima disposto il rinvio dell’avvio delle udienze e, successivamente, ha invitato l’India, sulla base delle Regole di Procedura, a nominare un nuovo arbitro.
L’Agente del Governo ha presentato le memorie e contro-memorie italiane, predisposte dal Collegio della difesa nel periodo tra il 30 settembre 2016 e il 9 marzo 2018. L’India ha fatto altrettanto.
L’articolato periodo preparatorio si è svolto secondo un calendario stabilito dal Tribunale Arbitrale, con cadenze fissate in base alla prassi internazionale, volte a garantire anche, e soprattutto, il diritto a una difesa piena e compiuta da parte dell’Italia.
L’udienza arbitrale sulla controversia, dopo lo slittamento causato dalla morte del giudice, è ora prevista per l’8-20 luglio 2019.
La sentenza del Tribunale Arbitrale è prevista, in base alle Regole di Procedura stabilite dallo stesso Tribunale, entro sei mesi dalla chiusura delle udienze.
Il procedimento davanti al tribunale arbitrale de L’Aja servirà a decidere chi, fra Italia e India, abbia la giurisdizione per accertare le eventuali responsabilità.
Nel merito del quesito posto, posso dare ampia assicurazione sul fatto che stiamo affrontando la questione con ogni possibile sforzo, con una azione costante e sinergica a livello Governativo, proprio nel senso auspicato dall’Onorevole interrogante. In particolare, come noto, ci avvaliamo di un qualificato team legale.
Auspico, quindi, che ci sia, da parte di tutti, un atteggiamento di “buon senso”, orientato a consentire la conduzione dei lavori del Tribunale Arbitrale in un clima di massima serenità, con l’augurio che finalmente si possa giungere, dopo sette anni di travagliato percorso, ad una soluzione positiva e definitiva sulla questione della giurisdizione. Sulla base degli esiti di tale percorso, l’Italia dovrà valutare come dare seguito alla sentenza del Tribunale.
REPLICA Q.T. MARO’
(tempo 2 minuti)
Signor Ministro, la ringrazio di vero cuore, sia a nome mio sia a nome di tutto il gruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Difesa e, sicuramente, anche a nome degli stessi Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per la sensibilità che ha dimostrato nel cercare di stare vicino ai nostri due fucilieri, i quali ormai da sette anni si trovano a dover affrontare una lunga ed estenuante battaglia legale dai risvolti non sempre chiari.
I due marò non sono spietati criminali che, secondo l’accusa, avrebbero sparato a sangue freddo contro degli inermi civili, causandone la morte, e nemmeno dei terroristi internazionali passibili della pena capitale, come affermato in un primo momento dalla procura indiana. I nostri due militari sono servitori dello stato che nell’esercizio del proprio dovere si sono trovati al centro di una vicenda che non si può circoscrivere al solo ambito del diritto penale o militare, ma che ha anche importanti risvolti di natura internazionale nei rapporti diplomatici tra l’Italia e l’India, come ha sottolineato anche Lei all’inizio della Sua risposta.
Questi rapporti, durante tutto l’arco della vicenda, sono stati molto tesi a causa degli atteggiamenti altalenanti dei governi precedenti sia nei confronti dell’India sia nei confronti dei due marò.
Governo e Parlamento devono essere sempre vicini, come adesso, a tutti i nostri militari per il servizio attivo continuo e costante che le Forze Armate svolgono all’interno del Paese, al fianco del cittadino, non solo nelle tante calamità naturali che purtroppo continuano a colpire l’Italia, ma anche per dare sicurezza alla Nazione, per esempio nell’attività di sorveglianza degli obiettivi sensibili con l’operazione “Strade sicure”.
Anche fuori dei confini nazionali, i nostri militari sono sempre pronti ad agire con abnegazione e senza alcuna remora a vantaggio di popoli oppressi dalla guerra, come avviene in Libano, una nazione che da quando operano i militari italiani sta vivendo il periodo di pace più lungo della sua storia. Ciò vuol dire che l’alta professionalità, sensibilità e umanità che portano i nostri soldati in contesti internazionali possono essere realmente fautori di una pace duratura.
Prima di concludere, voglio ringraziare nuovamente il Ministro per il grande apporto che da sempre offre alle nostre Forze Armate, sia per la sua partecipazione in prima persona a missioni di pace sia perché è un ufficiale della riserva selezionata, sia per il suo carattere, da cui si percepisce che è realmente parte integrante della nostra grande realtà militare; basti pensare che da quando dirige la Difesa si è impegnata alacremente nel cercare di risolvere problematiche che in precedenza non sono mai state affrontate in modo adeguato, come nel caso dell’uranio impoverito o, appunto, dei nostri due marò che grazie a lei oggi possono legittimamente aspirare a una soluzione favorevole della triste vicenda che li vede coinvolti. Grazie.