Voto scambio in Campania, Viglione: “Commistione politica-clan ancora in grado di influenzare”
“L’ultima inchiesta della Procura Antimafia mostra quanto il sistema di commissione tra politica e potenti clan della camorra rischi, ancora oggi, di influenzare l’esito un’importante tornata elettorale, come quella per le ultime regionali in Campania. Un sistema foraggiato dalla complicità di una certa politica in territori, come il Casertano, dove la camorra ha radici ancora profonde e che fa leva sulla forza intimidatrice che è in grado di esercitare anche sulla parte sana della società. Dall’indagine emergono inquietanti retroscena di anziani accompagnati fin dentro ai seggi, di preferenze pagate a 70 euro, di minacce ai presidenti del seggio e nomi corretti quasi fin dentro la cabina. Espedienti tristemente noti e già rodati, oggetto di altrettante inchieste su voto di scambio, che hanno preso di mira spesso la stessa forza politica. Inchieste che confermano gli eterni timori sull’operato di amministratori ed esponenti politici ad ogni livello, che non potranno mai agire liberamente e nell’interesse comune”. Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e segretario della commissione Anticamorra Vincenzo Viglione, nel commentare l’inchiesta della Dda che ha portato all’emissione di 19 misure cautelari con l’accusa, tra le altre, di scambio elettorale politico-mafioso.
“Notizie come questa – sottolinea ancora Viglione – devono obbligare gli organi di controllo ad alzare l’asticella della prevenzione nei confronti di fenomeni di condizionamento mafioso, soprattutto ora, alla vigilia delle prossime consultazioni amministrative ed europee. In questo contesto, risultano più che mai appropriate le azioni promosse fino ad oggi dal nostro Governo, con misure come lo “spazzacorrotti”, che hanno inaugurato un percorso che dovrà tramutarsi in un ulteriore approfondimento sul reato di voto di scambio e su provvedimenti di Daspo per politici coinvolti a vario titolo in inchieste di questo tenore”.