Agro Aversano. La Scintilla ISKRA: “Creare alternative a Lega – 5Stelle”

“Domenica 10 marzo, nel palazzo ducale di Sant’Arpino, si è tenuta un’assemblea pubblica che ha visto la partecipazione di tutte quelle fette di studenti, lavoratori e disoccupati del territorio atellano che, negli ultimi mesi, sono scese nelle piazze per opporsi alle politiche del governo Lega – 5 stelle e agli sciacalli che sui nostri territori cercano consensi cavalcando l’onda delle politiche di guerra tra poveri. Sono ormai passate diverse settimane da quando i rappresentanti della Lega dei vari comuni atellani hanno annunciato l’apertura della propria sede nel cuore di Sant’Arpino, pronti a cercare voti sugli stessi territori che da anni, dal loro stesso partito, vengono denigrati e martoriati tra insulti e politiche secessioniste perché considerati parassiti di un Nord che però, ancora oggi, è la parte sana di questo Pese alle spalle di un Sud che ha bisogno di alzare la testa e di resistere”. Lo dichiara il coordinamento de “La Scintilla ISKRA – Agro Aversano”.

“La nostra resistenza l’abbiamo costruita settimana per settimana, nelle piazze, con i gazebo, con i volantini, per parlare e per discutere con le persone sul perché la Lega qui non la vogliamo e su quella che è la nostra idea di alternativa. Ebbene, sono passati ben due mesi ma la sede del “carroccio” ancora non si vede, ma sappiamo che è solo l’inizio. Qualche anno fa contestare quel vergognoso partito significava contestare un gruppetto di personaggi che professavano odio razziale e secessionismo. Oggi contestare le politiche della Lega significa contestare le politiche di tutto il governo giallo-verde, ormai, palesemente, con un unico vero leader: Matteo Salvini. Dall’assemblea di domenica è emersa una linea chiara e comune: c’è la necessità di costruire un alternativa politica sul territorio, che non metta al centro poltrone e interessi personali, ma che riesca a rappresentare gli interessi degli ultimi partendo da dai temi che contraddistinguono la nostra composizione di classe. Vogliamo ripartire dai temi del lavoro, dalla dignità e dai diritti di tutte quelle persone che ogni giorno hanno bisogno di abbassare la testa e lavorare per poter sopravvivere e andare avanti. Bisogna ridare volce a quei lavoratori, disoccupati, precari che si oppongono a questo clima di guerra tra poveri italiani e poveri stranieri, che sta facendo solo gli interessi dei padroni che continuano a sfruttare le nostre vite per il loro benessere. Continueremo nelle prossime settimane ad essere presenti nelle piazze, nei posti abbandonati a loro stessi, nelle periferie, nelle le palazzine popolari, ovunque abbiano attecchito le tante promesse del governo del “cambiamento” e dei governi precedenti e ovunque si creda alla ricomposizione di una sinistra democratica, rappresentata dal Partito Democratico e dai suoi satelliti, che non hanno fatto altro che distruggere definitivamente il mercato del lavoro e diritti dei lavoratori. La lotta è dura e l’alternativa non può essere realizzata individualmente sui ogni territorio e in ogni luogo di lavoro e di formazione. Abbiamo la necessità di unire le forze a chi, come noi cerca di costruire forme di resistenza per migliorare non la propria posizione ma la condizione di tutta la classe all’interno dalla società. Come il 10 marzo a Bagnoli i cittadini si sono ripresi un pezzo di spazio sottratto al quartiere come l’ex Italsider, il 23 marzo saremo a Roma alla “Marcia per il clima e contro le grandi opere inutili“ a fianco dei NO TAV e di tutti i comitati, i movimenti, le associazioni e i singoli che quotidianamente si battono contro il modello di sviluppo legato alle Grandi Opere inutili e imposte dall’alto che, non è solo sinonimo di spreco di risorse pubbliche, di corruzione, di devastazione e saccheggio dei nostri territori, di danni alla salute, ma è anche l’incarnazione di un modello di sviluppo che ci sta portando sul baratro della catastrofe ecologica. Cosi come eravamo in piazza l’8 Marzo a Napoli per una giornata di lotta sulla questione di genere, contro patriarcato e sfruttamento di tutte e tutti sui posti di lavoro, così saremo in piazza il 1 Maggio a Napoli per rimettere al centro i temi del lavoro e non lavoro con tutti i lavoratori, i disoccupati, gli immigrati, gli studenti che vogliono alzare la voce per rompere un silenzio assordante da parte di un governo che pensa di aver risolto i nostri problemi con un contentino chiamato Reddito di Cittadinanza. una misura che aumenterà ancor di più la precarietà sociale. Per far vivere la costruzione comune di queste date abbiamo bisogno di organizzarci e attuare reali percorsi di lotta sul nostro territorio. Per questo motivo, tra pochi giorni convocheremo una riunione per tutti i compagni interessati a questo percorso di lotta. Solo la lotta paga. Uniti si vince”.

Redazione

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