Criscuolo: “La funzione positiva del Parlamento nel disegno della riforma regionalista”
Rispetto alle istanze politiche di questi ultimi tempi il ventaglio delle proposte che mettono in discussione l’impianto costituzionale sul regionalismo differenziato meritano un momento di riflessione sulla modalità di attuazione. Ben accolto e condiviso l’appello di 30 Costituzionalisti con il sostegno di tre Presidenti emeriti della Corte costituzionale tra cui figurano i nomi di Andrea Patroni Griffi, Beniamino Caravita, Andrea Morrone, Alberto Lucarelli.
“Il ruolo del Parlamento non può essere marginalizzato nella modalità di attuazione e l’approvazione non può essere meramente formale perché le conseguenze si estendono sul piano della forma di Stato e sull’assetto complessivo del regionalismo italiano, così come si evince dal dettato dell’ art. 116 C riformato dalla legge costituzionale n.3 /2001. Le vicende istituzionali successive al 2001 spiegano tanto rispetto alla mancata attuazione dell’art. 116, comma 3 C. Sostanzialmente la Lega per il Veneto e la Lombardia avrebbe voluto l’espansione del novero delle Regioni speciali ma l’attuazione della riforma si ècompiuta sotto l’egida di una maggioranza diversa da quella che l’aveva approvata e con un diminuito interesse federale”. Così Rosa Criscuolo segretario Prospettive Radicali Caserta, tesoriere Radicali Per la Grande Napoli e presidente della Cellula Coscioni Caserta.
“La Corte costituzionale con la sua giurisprudenza intervenne con interpretazioni restrittive delle competenze concorrenti e residuali legittimando meccanismi derogatori in cui Parlamento e Governo avessero la possibilità di intervenire. Le iniziative del 2006 della Lega sono state scoraggiate dal cambio di Governo del 2008 e i decreti legislativi tutto al più sul federalismo fiscale sono rimasti sostanzialmente inefficaci. Quel che emerge è che giusta chiave di lettura, a mio parere, deve essere che l’art 116 comma 3 completi il disegno regionalista avviato nel 1970 e riconsiderato nelle riforme amministrative e costituzionali degli anni 1997/ 2001 ma letto coerentemente con i principi di unita’ e indivisibilità della Repubblica e con la funzione propria del Parlamento di tutelare gli interessi di tutti i cittadini e di tutte le Regioni”.