Frasi sessiste contro arbitro donna: interrogazione PD sul caso Vessicchio

 “Chiedo al Governo se sia a conoscenza dei fatti e quali siano le sue valutazioni in merito; se il Governo non ritenga, altresì, anche alla luce delle disposizioni di legge, di intraprendere le opportune iniziative al fine di garantire l’utilizzo da parte dell’emittente ‘CanaleCinqueTv’, nonché in generale da parte delle imprese tv tutte, sia private che pubbliche, di un linguaggio pienamente rispettoso dell’immagine e del ruolo della donna nel nostro Paese”. Così, in un’interrogazione urgente al presidente del Consiglio, la senatrice Daniela Sbrollini (Pd), sulla vicenda che ha coinvolto l’assistente Annalisa Moccia, oggetto di insulti da parte del giornalista Vessicchio. “Le frasi che Sergio Vessicchio ha utilizzato nei confronti dell’assistente dell’arbitro Annalisa Moccia sono gravemente sessiste, discriminatorie, basate su evidenti pregiudizi e stereotipi. Successivamente, su Facebook, Vessicchio non si è scusato. Anzi”, scrive Sbrollini.

INTERROGAZIONE URGENTE (ex art. 151, Reg. Senato).

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Premesso che:

in data 23 marzo 2019 si è svolta la partita di calcio Agropoli-Sant’Agnello, rientrante nel campionato di Eccellenza campano;
nel corso della telecronaca, poco prima dell’inizio della gara, il cronista dell’emittente locale “CanaleCinqueTv”, Sergio Vessicchio, ha utilizzato nei confronti dell’assistente di linea, Annalisa Moccia della sezione di Nola, frasi gravemente sessiste, discriminatorie e basate su evidenti pregiudizi e stereotipi;
in diretta televisiva il predetto cronista ha definito l’assistente di linea “una cosa inguardabile, una cosa impresentabile per un campo di calcio…uno schifo vedere le donne che vengono a fare gli arbitri in un campionato dove una società spende centinaia di migliaia di euro. (…) È una barzelletta della Federazione“;
a seguito di quanto successo Vessicchio pubblicando un post nella propria pagina Facebook non si è scusato per le parole offensive e ribadendo quanto detto, ha definito quanti avevano espresso pubblico disaccordo “squallidi moralisti
Considerato che
come annunciato dal presidente Ottavio Lucarelli il telecronista iscritto all’albo dei pubblicisti è stato sospeso dal Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Campania;
la commissione Pari opportunità dell’Ordine stesso da tempo lavora per costruire una cultura del rispetto e della dignità partendo dal buon uso della parola;
nonostante le decisioni assunte dal Presidente dell’Ordine giornalisti Campania, sulla home page del sito internet dell’emittente televisiva “Canale Cinque Tv” è tuttora presente il video della diretta, né ad oggi è stata comunicata l’adozione di alcun provvedimento nei confronti del telecronista;
Considerato, inoltre, che:
l’articolo 17 della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l’11 maggio 2011 e ratificata dall’Italia con legge 27 giugno 2013, n. 77 dispone che: “Le Parti incoraggiano il settore privato, il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i mass media, nel rispetto della loro indipendenza e libertà di espressione, a partecipare all’elaborazione e all’attuazione di politiche e alla definizione di linee guida e di norme di autoregolazione per prevenire la violenza contro le donne e rafforzare il rispetto della loro dignità.”, menzionando, dunque, esplicitamente il ruolo dei media nel contrasto e nella prevenzione della violenza;
l’articolo 5, del decreto legge 14 agosto 2013, n.93 recante disposizioni in materia di contrasto alla violenza di genere, all’articolo 5 prevede l’adozione di un Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere: In particolare, il predetto articolo al comma 2, lettera (b, indica tra i suoi obiettivi “sensibilizzare gli operatori dei settori dei media per la realizzazione di una comunicazione e informazione, anche commerciale, rispettosa della rappresentazione di genere e, in particolare, della figura femminile anche attraverso l’adozione di codici di autoregolamentazione da parte degli operatori medesimi”;
l’articolo 5, comma 2, lettera (g, del decreto legislativo 15 aprile 2017, n 70, recante Ridefinizione della disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, in attuazione dell’articolo 2, commi 1 e 2, della legge 26 ottobre 2016, n. 198, tra i requisiti di accesso per i contributi diretti concessi alle imprese editrici prevede espressamente: “impegno ad adottare misure idonee a contrastare qualsiasi forma di pubblicità lesiva dell’immagine e del corpo della donna, assunto anche mediante l’adesione al Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale.”;
a tal riguardo si evidenzia come nell’ambito del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, l’articolo 3, comma 1, lettera v), del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 aprile 2017 – con il quale è stata affidata alla RAI la concessione, per 10 anni a decorrere dal 30 aprile 2017- preveda espressamente che la concessionaria si impegni a garantire la promozione e la valorizzazione di una rappresentazione non stereotipata della figura femminile, nel rispetto della dignità culturale e professionale delle donne;
si chiede di sapere:
se il Governo è a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano le sue valutazioni in merito;
se il Governo non ritenga, altresì, anche alla luce delle citate disposizioni di legge, intraprendere le opportune iniziative al fine di garantire l’utilizzo da parte delle emittenti televisiva “CanaleCinqueTv”, nonché in generale da parte delle imprese televisive tutte, sia private che pubbliche, di un linguaggio pienamente rispettoso dell’immagine e del ruolo della donna all’interno del nostro paese.

Senatrici gruppo PD
Valeria Fedele
Valeria Valente
Daniela Sbrollini

Redazione

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